Pontecorvo da Praiano a Obama “Al Sud serve un ecosistema per dare spazio ai giovani”

Praiano, Costiera amalfitana. Roberto Pontecorvo  brillante giovane del Cuore della Costa d’ Amalfi , fa una riflessione interessante che merita di essere ripresa. «A Praiano abbiamo dato la dimostrazione che qualcosa al Sud si può ancora fare concretamente». Parola di Roberto Pontecorvo, 27 anni, europrogettista, una delle menti brillanti in fuga dal Sud, precisamente a […]

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Praiano, Costiera amalfitana. Roberto Pontecorvo  brillante giovane del Cuore della Costa d’ Amalfi , fa una riflessione interessante che merita di essere ripresa. «A Praiano abbiamo dato la dimostrazione che qualcosa al Sud si può ancora fare concretamente». Parola di Roberto Pontecorvo, 27 anni, europrogettista, una delle menti brillanti in fuga dal Sud, precisamente a Madrid. Roberto ha dimostrato che con pochi soldi e tanta voglia di fare, un gruppo di 20enni può cambiare le cose come ha fatto lui insieme al suo team a Praiano, il suo paese di origine. Laureato in relazioni internazionali, è stato uno dei promotori del progetto «Agenda Praiano» volto a valorizzare il territorio a partire dalle proprie peculiarità.

Roberto è stato uno degli ospiti del Forum del Mattino «Avere 20 anni al Sud», dove ha raccontato la sua esperienza di successo, partendo dal piccolo paesino nella costiera amalfitana, fino ad arrivare all’incontro con l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. «A Praiano abbiamo realizzato un Museo a cielo aperto – racconta – Abbiamo istallato circa 150 opere d’arte. Lo abbiamo fatto attraverso questo modello molto innovativo di costruzione di capitale civico che abbiamo sperimantato nel mio paese e che adesso sarà replicato in altre città, come già sta succedendo a Roma». Tutto questo è stato realizzato con un finanziamento della Regione Campania ma l’intuizione di Roberto e del suo team è stata quella di creare qualcosa di duraturo che fosse un motivo per visitare Praiano sempre, non semplicemente una festa o una sagra. Hanno speso bene quei soldi che hanno portato realmente a qualcosa.

L’idea di Roberto è piaciuta a Obama, tanto da averlo selezionato tra oltre ventimila progetti candidati a partecipare al summit con cui l’ex presidente ha lanciato l’Obama Foundation alla presenza di circa 500 innovatori civici provenienti da tutto il mondo. «È stata un’esperienza magica – racconta – quando mi è arrivata la mail in cui mi invitavano a partecipare all’incontro a Chicago non ci potevo credere. Forse solo adesso sto realizzando quello che mi è successo perchè in quei giorni frenetici non mi sono più reso conto di nulla. È stato emozionante e molto stimolante soprattutto per il fatto di aver incontrato tanti giovani innovatori in giro per il mondo». Il giovane innovatore ha raccontato che alla conferenza Obama ha imposto solo una regola: niente selfie perchè il tempo per parlare di innovazione era poco e preferiva riuscrire ad ascoltare tutti.

Adesso Roberto vive a Madrid dove lavora come europrogettista. È sempre stato appassionato di arte e cultura e ha vissuto molte esperienze all’estero. La sua amara costatazione è che tutto ciò che in Italia sembra innovativo all’estero è già superato. Un ritardo probabilmente causato anche da una mentalità alcora un po’ legata ai vecchi dettami e clichè: «Ogni volta che ho messo su un progetto – spiega – ho prima dovuto far capire a tutti che stavo facendo qualcosa per il bene comune e non per un mio tornaconto personale. C’è una tale sfiducia nei confronti dei giovani».

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