LA POSITANO DI STEFAN ANDRES TRA VICOLI SLARGHI E TERRAZZE DI CIELO E MARE

Andres soggiornò a Positano, in esilio per contrasti con il governo nazista, dal 1937 al 1950, e qui scisse molti dei suoi libri.Ne dedicò uno interamente alla splendida località turistica dal titolo”Positano. Storie di una città di mare”. Come avevo anticipato oggi  dedico un ricordo al grande romanziere tedesco, che scrisse in modo inimitabile e […]

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Andres soggiornò a Positano, in esilio per contrasti con il governo nazista, dal 1937 al 1950, e qui scisse molti dei suoi libri.Ne dedicò uno interamente alla splendida località turistica dal titolo”Positano. Storie di una città di mare”. Come avevo anticipato oggi  dedico un ricordo al grande romanziere tedesco, che scrisse in modo inimitabile e coinvolgente delle “terrazze” delle  cittadina costiera. Lo faccio all’indomani della giornata  di ieri (domenica 22 ottobre) in cui i ministeri competenti hanno invitato cittadini e turisti a visitare  le località  che vantano bellezza di panorami e testimonianze prestigiose di storia e  d’arte e di farlo prendendo come guida pagine di letteratura di grandi autori. Lo faccio estrapolando l’introduzione dal libro “LA POSITANO DI ANDRES” della  collana di letteratura di viaggio “una vacanza d’autore”, che curai  nel 2005 per la Casa Editrice Plectica………………………………………….

 

Stefan Andres soggiornà a lungo a Positano, dove era esiliato nel 1937, e le dedicò una straordinaria raccolta di racconti. All’epoca il delizioso centro turistico non era ancora il “passeraio2 che vi trovò Steinbek agli inizi degli anni ’50 e men che meno l’affollata fiera delle vanità di vip o aspiranti tali degli ultimi decenni. S’incantò a quella dozzina di figure che si muovevano lentamente, scalze e con pantaloni di tela….Veterani dell’ozio (che), rannicchiati sui muri e sdraiati sui gradini delle scale, tacevano, sbadigliavano ed al crepuscolo insieme al fumo delle sigarette emettevano brevi frasi, quasi come se le loro stesse parole fossero nuvolette di tabacco, in questo piccolo mondo rarefatto ed assorto. Tra il polipaio dei vicoli e case e logge a sagoma di montagna a conquista di cielo, “vivevano alcuni forestieri:artisti, eremiti e stravaganti di mezzo mondo”. E Andres scoprì la luce delle terrazze a gloria di sole e volo di mare e si inebriò di profumi e colori.”Ho visto alcune terrazze perfette….Erano tutte nidi  ben costruiti con i fili del silenzio. E di terrazze a  Po sitano ne “visse” quattro.”La terrazza della Casa Carmela piastrellata e recintata da pesante inferriata…… sorgeva sulla scalinata  che saliva dalla spiaggia e registrava, nella contiguità del costrutto, i ritmi di vita del borgo marinaro.. “La terrazza dellA Casa Rosa”, vicina al mare e ancor più vicina alla strada”, dove (a Natale) “ mangiavamo murene cotte nel vino” e “il sole martellava dal cielo plumbeo, il mare era coperto di un grigio manto di coroncine di schiuma che il vento del nord scendeva a pettinare”  “ La silenziosa terrazza Santa Croce dove” nel  rettangolare tino di malta intonacato di bianco si vedevano solo il cielo, il mare e, a nord, i versanti, le pendici e la vetta del monte Sant’Angelo”    “La terrazza delle rocce”, dove nelle crepe avevano messo radici  erbe e fiori e “a gara con la vite l’edera si arrampicava su per la parete”  Nella solarità di Positano anche la morte ha il tocco  di una carezza lieve pur nella profondità di una lacerazione degli affetti. “Scavammo una tomba (quella della figlia Mechthild, morta a nove anni) sotto il carrubo, vi guardammo dentro, e allora  capimmo, finalmente rassegnati, quello che accadde in quel tempo,in ogni tempo! Ma la terrazza continuò ad accoglierci nel sole, nella pioggia, nel travolgente silenzio delle notti, nel mugghiare della marea”. E, a prestare  l’orecchio alla brezza che lieve scompiglia i limoneti, arruffa con grazia pergolati di glicine e buganvillea,  a decoro di balconi e terrazze  e scivola carica di profumi a margine di battigia a ricamo di schiuma, la Positano di Stefan Andres, narratore/poeta,è sempre  lì a comunicare emozioni.

Giuseppe Liuccio

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