Festini gay di preti a Napoli ora si parla anche di minori dal centro anti pedofilia

Festini gay, titola Il Mattino primo quotidiano della Campania, ma mentre all’estero gli scandali scoppiano (vedi gli Stati Uniti d’ America) e se ne parla, di omosessualità o di rapporti sessuali anche etero dei preti il popolo in Italia sa e in gran parte tace, solo quando la vicenda diventa clamorosa la Chiesa sposta qualche […]

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Festini gay, titola Il Mattino primo quotidiano della Campania, ma mentre all’estero gli scandali scoppiano (vedi gli Stati Uniti d’ America) e se ne parla, di omosessualità o di rapporti sessuali anche etero dei preti il popolo in Italia sa e in gran parte tace, solo quando la vicenda diventa clamorosa la Chiesa sposta qualche parroco, quasi mai lo rimuove se non vi è uno scandalo conclamato, come hanno dimostrato le inchieste giornalistiche negli U.S.A., permettendogli di continuare a fare guai. Ma anche all’interno della Chiesa qualche volta si apre una breccia su un’omertà, su questi temi, atavica. Ora, fa sapere Il Mattino, c’è un secondo dossier che si intreccia con il primo, quello – lo ricordiamo – che ha visto al centro di un carteggio a luci rosse inviato al braccio destro del cardinale Sepe, il parroco della basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone sul quale è ancora in atto una istruttoria da parte dell’arcivescovo. L’allarme stavolta arriva dall’associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, un sacerdote che da 25 anni combatte contro la pedofilia e la pedo-pornografia. Nella sede regionale del presidio, nato in difesa di bambini e adolescenti, è arrivata una inquietante segnalazione che ancora una volta vede coinvolto un prete intorno al quale girano i nomi di almeno altri cinque o sei sacerdoti. La denuncia è già stata inviata alla diocesi di appartenenza di uno dei preti, quello sul quale maggiormente si concentra l’attenzione nell’esposto, e alla procura della repubblica che avrà il compito di accertare la verità. Così scrive Maria Chiara Aulisio.  Ma veniamo al collegamento tra le due denunce. Il nome di uno dei preti contenuto nel dossier Meter onlus compare anche in una delle chat «rubate» dal profilo facebook del sacerdote di Monte di Dio e spedita, da mano anonima, lo scorso gennaio, all’indirizzo di monsignor Lucio Lemmo, vescovo ausiliare. In quel messaggio, Paolo, 28 anni, uno dei ragazzi che faceva parte del «giro» di Pizzofalcone, e il parroco in questione, discutono sull’eventualità di coinvolgerlo in uno degli incontri. Un appuntamento hard che però – come racconta lo stesso Paolo in una intervista rilasciata al Mattino – non si sarebbe concretizzato in quanto quel sacerdote non avrebbe mai risposto ai suoi messaggi rifiutando quindi ogni proposta. Ed ecco che la vicenda si sposta da Monte di Dio a Benevento dove ha sede lo sportello regionale dell’associazione di don Fortunato. Qui nei giorni scorsi, tra le tante segnalazioni che vengono raccolte quotidianamente, ne è arrivata una in particolare che ha subito allertato i collaboratori del «sacerdote dei bambini», così come in tanti chiamano don Fortunato grazie all’impegno rivolto alla loro tutela. In quel plico si raccontano fatti e circostanze che coinvolgerebbero in particolar modo un sacerdote della diocesi di Pozzuoli. Il dossier – come spiega lo stesso don Fortunato – dopo essere stato a lungo esaminato, è stato portato all’attenzione del vescovo di Pozzuoli che avrà il compito di aprire una istruttoria per stabilire la veridicità di quanto scritto e, subito dopo, a quella della procura della repubblica perché, nella denuncia, e questo sarebbe l’aspetto più inquietante della vicenda, si parlerebbe anche di minori. Non solo. Il sacerdote in questione – è scritto nell’esposto consegnato in procura – «è stato allontanato dalla Chiesa di Napoli dall’allora rettore prima ancora di entrare in seminario, in fase di valutazione preliminare. Poi provò presso una congregazione dove è stato quattro anni prima di andar via di nuovo; in seguito si è spostato in un’altra diocesi e anche da lì fu allontanato; infine a Pozzuoli dove è diventato sacerdote». Perché tutti questi allontanamenti? Che cosa c’è sotto? Sono solo alcune delle domande alle quali Meter onlus chiede si diano delle risposte. Ma c’è dell’altro. In quel dossier – in possesso dell’associazione di don Fortunato e ora anche del vescovo di Pozzuoli e dei magistrati della procura – sono contenuti una serie di nomi di autorevoli esponenti del mondo della Chiesa di Napoli che sarebbero coinvolti a vario titolo in vicende in gran parte a sfondo sessuale.

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