CON GERARDO MAROTTA SCOMPARE UM MERIDIONALE/MERIDIONALISTA DI STATURA EUROPEA

Una settimana fa si è spenta per sempre la voce dell’avvocato Gerardo Marotta. E tutti noi, meridionali e non, ci siamo sentiti orfani e più poveri, privati di una guisa autorevole ed affidabile nel segno della Cultura. La sua immagine ha acceso fotogrammi di memoria alla mia esistenza. Ho avuto modo di conoscerlo a più […]

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    Una settimana fa si è spenta per sempre la voce dell’avvocato Gerardo Marotta. E tutti noi, meridionali e non, ci siamo sentiti orfani e più poveri, privati di una guisa autorevole ed affidabile nel segno della Cultura. La sua immagine ha acceso fotogrammi di memoria alla mia esistenza. Ho avuto modo di conoscerlo a più riprese, nel corso della mia non breve esistenza.La prima volta fu a Vatolla, alla Fondazione Vico, dove mi aveva invitato l’amico Vincenzo Pepe.L’Avvocato tenne, da par suo, una lezione sulla presenza di Vico nel Cilento e, soprattutto, del suo ruolo nella Storia della Filosofia Europea. LA SCIENZA NUOVA, infatti, fu una rivoluzione del Pensiero, che, in un colpo solo, spazzò via il razionalismo cartesiano e l’empirismo baconiano e gettò le basi profonde per l’affermazione dello storicismo idealistico e del sociologismo positivistico. E mi gonfiai di legittimo orgoglio, mentre Marotta ripercorreva l’esperienza vissuta dal filoso nella dimora gentilizia de Vargas. come precettore dei rampolli blasonati dei Rocca.E ancora di più nella passeggiata a passi lenti verso il Convento dei Francescani, dove Vico frequentò la fornita biblioteca curata con amore dal dotto Fra’ Bernardino del Cilento e, soprattutto, alla vista dell’ulivo sacro,alla cui ombra il filosofo ebbe l’intuizione dell’insegnamento consacrato in tutti i libri di scuola.”Gli uomini prima sentono senza avvertire, dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura….” Quella “lezione” fatta con coinvolgente simpatia dall’Avvocato mi è tornata alla mente e mi ha scatenato profonde emozioni leggendo i giornali con i particolari della sua morte tornando in treno proprio dal Basso Cilento, con un pensiero di riconoscenza ad un Grande uomo di cultura, meridionale e meridionalista, che ha contribuito a fare di Vatolla, su input dell’amico Prof Vincenzo Pepe,una dependance cilentana del prestigioso Istituto di Studi Filosofici napoletano. La seconda volta lo incontrai a Roma, al Ministero delle Aree Urbane, a Via della Stamperia. Era venuto a trovarmi, nella mia qualità di addetto alle Relazioni Esterne del ministro Carmelo Conte per battere cassa a favore dell’Istituto napoletano di cui era Presidente. Interposi i miei buoni uffici per perorare la causa presso l’amico ministro, che era già ben disposto di suo. L’avvocato se ne tornò a Napoli soddisfatto e grato innanzitutto verso il ministro ma anche verso di me. Me ne sono ricordato leggendo che a Piazza Santa Maria degli Angeli a Napoli, a Monte di Dio, ci sono ben 300.000 mila volumi, che rappresentano il vero lascito culturale di una vita, quella di Marotta, appunto,dedicata alla cultura dell’unità europea. Un patrimonio prestigioso, questo, che aspetta una sistemazione dignitosa ed efficiente per Napoli, per il nostro Mezzogiorno e per tenere vivo il ricordo di un illustre meridionale e meridionalista, figlio del nostro Sud ed epigono di Napoli , capitale europea per storia e tradizione. Un sorriso di legittimo orgoglio mi sì è acceso al pensiero che nel mio piccolo, in una stagione della mia vita, ho dato un modesto contributo per la Cultura del Sud e nel Sud, per la città dei miei studi, nell’Unversità voluta da Federico II. Ho rivisto per la terza volta, relativamente di recente a Positano,Gerardo Marotta in quella straordinaria Festa del libro e della cultura che è “sole mare e cultura”.Lo trovai vulcanico e contagioso di simpatia come sempre. Mi abbracciò e mi fece festa e,lucidissimo, si ricordò dei nostri precedenti incontri, a Vatolla e a Roma, sottolineandone i particolari e poi mi anticipò che in serata avrebbe lasciato Positano, che era in quel periodo era di fine luglio, “il passeraio” multietnico di Steinbek, ma non la Costa d’Amalfi, di cui mi fece l’elogio con intelligenza anima e cuore.Infatti si sarebbe rifugiato a caccia di silenzio e pace a Tramonti, in un agriturismo dalle parti di Corsano, dove era solito passare qualche fine settimana di relax.Ciao, mio caro, Illustre Amico e Maestro di Meridionalismo nel segno della Cultura Europea. Mi piacerebbe se Tramonti Ti dedicasse un ricordo/commemorazione, con la prospettiva di intitolarTi un PREMIO in memoria della tua frequentazione del territorio nell’agriturismo “Mare Monti” di proprietà della famiglia Taiani, come mi ha ricordato Michele Cinque, direttore di questo giornale, e confermato Vincenzo Savino autorevole, efficiente e motivato assessore di Tramonti .Suggerisco all’amico sindaco di Tramonti, dott, Antonio Giordano, che conosco come sensibile ai fatti culturali (è stato mio alunno al Liceo Classico di Amalfi), all’assessore Savino e a tutta la compagine amministrativa di Tramonti il tema del ricordo/commemorazione: MEZZOGIORNO D’ITALIA CHIAMA EUROPA. Potrebbe essere l’evento/premessa per annunziare il “Premio Gerardo Marotta”, di caratura europea. E, proprio per questo da registrare e calibrare nei particolari. Ovviamente io ci sarò con entusiasmo e determinata convinzione. Potrebbe essere questa, anche una occasione per invitare ufficialmente in Costa d’Amalfi il nuovo Presidente del Parlamento Europeo. Antonio Taiani, che vanta origini a Vietri sul Mare.
    Giuseppe Liuccio
    liucciogiuseppe@gmail.com

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