O’ SPASSATIEMPO HA PROPOSTO “MADAMA QUATTE SOLDE” ALLA RASSEGNA TEATRALE DI SAVIANO foto

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    Saviano (Na), per l’ufficiop stampa Antonio Romano – Al Teatro Auditorium di Saviano, per la stagione 2016-2017, va in scena “Madama quatte solde”, commedia scritta nel 1974, da Gaetano Di Maio. Un nuovo appuntamento con il teatro per lo spettacolo proposto dalla compagnia teatrale O’ Spassatiempo, gruppo teatrale proveniente da Tufino. La commedia proposta è stata “Madama quatte solde” di G. Di Maio per la regia di Franco Tortora. Una scelta non casuale per una particolare e rituale ricorrenza: il venticinquennale della scomparsa dell’autore! È da ricordare, per completezza d’informazione, un dato importante: “Madame quatte solde” è un testo che fa parte del repertorio del teatro Sannazaro e soprattutto è legato al nome di un attrice come Luisa Conte. Grande Consenso di pubblico, per due atti di ironia e comicità. La versione originale ne prevedeva tre, ma la compagnia ha inteso proporre al pubblico una rielaborazione più sintetica e immediata pur senza stravolgimenti eccessivi. Sono state utilizzate tecniche quali il buio scenico per un rapido cambio del quadro d’insieme. Volendo definire un genere, l’opera si potrebbe argomentare come commedia di genere dialettale, quella della tradizione napoletana. All’interno troviamo alcune tematiche come il desiderio di crescita e riabilitazione sociale, la paternità nascosta; sono questi i temi portati in scena attraverso un testo interessante fatto di ritmo e di un concatenarsi straordinario di eventi. È la storia di una donna eccentrica con alle spalle la sua prima attività lavorativa, di umile origine. Una vicenda umana di chi brama riscattarsi ed avere il meglio per se e per i suoi figli, avuti da un uomo già sposato. È l’affermarsi dell’onore della famiglia, una condizione forse per lei, protagonista della vicenda, nuova ma essenziale per mirare ad alte sfere sociale. In breve escogita un’idea originale che mai avrebbe creduto potesse esser in qualche modo controproducente, quella di aver avuto un amante morto in guerra. In tal modo prende in prestito una foto per poter ricordare, paradossalmente, un passato che non si è mai avverato! La foto è posta in un quadretto su di una piccola scrivania al lato della scena. Un passato fabbricato ad arte! Il classico colpo di scena è prontamente in agguato: si presenta, di proposito, dopo un assenza di tempo considerevole all’estero, per motivi contingenti, il vero padre dei figli con il miraggio di una grossa eredità e successivamente, casualmente, nelle vesti di un accattone che per vivere, si propone di vendere oggettistica varia e penne per scrivere, il reduce di guerra. Quest’ultimo, che per un periodo aveva perso la memoria, Pasquale Saponaro, è stato interpretato da Franco Tortora, regista e attore della compagnia. Proprio lui che si voleva far passare per l’uomo amato e passato a miglior vita. Da qui la concatenazione, di grande sistematica comicità: i due padri, quello vero e quello creduto vero sono morsi da una specie di mal celata gelosia, invidia di condizione rispettivamente acquisita; l’uno contro l’altro armati. La trama racconta la vita quotidiana, talvolta esasperata nel contenuto, ma non incomprensibile. In quella famiglia scenica spicca con suo vago accento milanese la cameriera di casa; ruolo affidato ad Anellina De Ponte, assunta proprio per tal motivo; quasi che il parlare con accento più nordico conferisse un esempio di eleganza, raffinatezza! In effetti conferisce decisamente maggior comicità alla narrazione scenica. “Madama quatte solde”, è in effetti solo una donna di umili origini che ha due figli, Sisina e Michele. Dopo una vita di sacrifici, finalmente arriva ad una condizione economica agiata, ed ecco che giunge per lei il momento del riscatto, del credersi qualcuno in società senza averne tuttavia le caratteristiche, le basi. Un velato senso di presunzione, mal celato, visto il linguaggio usuale non di certo raffinato. Emilia, questo il nome della protagonista, per difendere l’onore della sua famiglia, si trasferisce in una delle zone più aristocratiche di Napoli. Qui si accinge a vivere, in famiglia insieme col fratello Michele, ma con scarso successo, visto che ha più familiarità con il passato mestiere di “venditrice di baccalà” a cui deve tutta la sua fortuna economica. Non basta avere danaro a sufficienza; sembra che non si possa sfuggire al proprio passato. Non è adatta a frequentare, per apprendere le regole, anche se cerca di frequentare una famiglia di nobili decaduti. Molti sono i colpi di scena che si susseguono nella vicenda; quando si presentano sulla scena i due “padri”, quello vero e quello presunto, l’ironia e la comicità assumono i connotati di un vero e proprio variopinto caos scenico di grande effetto, un vortice spettacolare. Altri personaggi entrano in scena: alcuni ex compagni di lavoro e buona parte di tutto il vicinato di un tempo vengono a far visita di cortesia e irrompono in scena: un tipo bizzarro fidanzato della figlia della protagonista, interpretata da Maria Pia Giacchino, che lavora nel ramo assicurazioni; un commissario di polizia dal caratteristico cognome “Cantalamessa”! Quest’ultimo subentra nella storia quando questa assume contorni molto poco chiari: Pasquale Saponaro è al centro di un controverso piano risolutivo della storia; in tal senso c’è una dubbiosa condizione assicurativa, un molto altrettanto dubbioso rapimento, vero o presunto con tanto di riscatto; in breve una situazione molto sospetta! Un epilogo nel quale la verità viene in modo rocambolesco a galla: sembra un riconciliarsi tra i contendenti padri presunti o non. In realtà i due trovano ancora modo per un singolarissimo scontro. Completano il quadro degli attori: Antonietta Rimoli, Sergio Spampanato, Domenico Ercolino, Vladimir Mirabile, Carmen Canonico, Saverio Tufano, Giovanna Acerra, Antonio Manganiello, Francesco Balletta, Antonella Napolitano, Annalisa Milone, Luciano Ulivoli e infine Mimì Manganiello. (Per l’ufficio stampa: Antonio Romano). (Utente dal Web)

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