Pericoli sul territorio di Atrani e…. lo “sguardo propizio” della Santa Patrona foto
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La superficie solida della crosta terrestre, sia sulla terraferma che sotto l’acqua del
mare, non è regolare e uniforme, ma è attraversata da rilievi collinari e montuosi
caratterizzati da grandissime varietà di forme: vette aguzze, cime, alture tondeggianti,
escavazioni vallive, dorsali, altipiani e bassipiani. Questi lineamenti si distribuiscono
in configurazioni verticali che dipendono dal profilo dei rilievi i quali, ad uno
sguardo superficiale, possono dare un’immagine caotica, ma, in realtà, con l’aiuto
della morfologia risaliamo alla loro genesi e alla successiva evoluzione con il
conseguente degrado fino al livello del mare Tutto ciò avviene in seguito a una legge
naturale, di portata cosmica, che fa raggiungere a tutto ciò che esiste un determinato
equilibrio.Nel nostro territorio il monte Cerreto, da cui origina il torrente Dragone, ha
un’altitudine di 1320 m circa s.l.m.:se le attuali condizioni non mutassero nei
millenni futuri , verrebbe raso fino al livello del mare col meccanismo dell’erosione,
soprattutto delle frane. Non esiste sulla Terra un punto in cui si è verificato
compiutamente l’intero ciclo.
Situazione dell’abitato di Atrani
L’abitato comunale, caratterizzato da un assetto edilizio compatto e continuo, si è
sviluppato inizialmente dalla nascosta piattaforma di tufi vulcanici giacente a
sud.ovest fino a risalire i versanti rocciosi emergenti con morfologia verticale in
destra e sinistra orografica (foto n°1 e 2 ). In tal modo si delimita la valle torrentizia
del Dragone che, stretta e incassata subito a monte dell’abitato, si dilata verso la
foce ( fig. 1 )Nonostante la morfologia sfavorevole , l’insediamento storico non ha
mostrato alcuna tendenza a sfuggire i pericoli di crolli di massi , raccogliendosi di
preferenza ai piedi dei versanti una volta esaurito il ristretto spazio di fondovalle. In
modo più pronunciato ad Atrani,come altrove in Costiera, le case sono allineate fino a
una quota variabile da + 30 m a +50 m circa s.l.m.in sinistra orografica e, tra + 65
m e + 70 m s.l.m. in destra orografica. Il particolare sviluppo urbanistico trova una
spiegazione nellla presenza di piccoli ripiani morfologici che hanno permesso
edificazione residenziale e strutture urbane.
I versanti rocciosi sovrastano l’abitato offrendo notevole superficie utile al
(purtroppo) crollo di massi il cui distacco nel settore sinistro può avvenire da circa
+100 m fino + 60 m in vicinanza della Collegiata, mentre sul versante destro da
quota + 150 m circa fino al livello dei terrazzi coltivi.
Caratteristiche litologiche
Prima di descrivere i fenomeni franosi passati e recenti avvenuti in Atrani, è utile un
cenno sulla natura e caratteristiche litologiche delle rocce costituenti i versanti , sede
primaria di dissesto.
Le masse rocciose sono “ calcari dolomitici” (inizio periodo Giurassico circa 140
miln di anni) organizzati in banchi e strati con intercalazioni di livelli detritici che
hanno un proprio ruolo nelle genesi e sviluppo erosivo.Esse hanno raggiunto un
grado di cementazione naturale sul fondo marino con la consolidazione di minerali e
clasti fino alla comparsa delle caratteristiche di corpi rigidi tali da consentire la
morfologia verticale. L’azione delle forze di sollevamento manifestatisi all’inizio e
medio Quaternario ha causato la formazione di due piani di frattura,dette faglie,
lungo i quali è avvenuto un moto relativo tra le masse rocciose con la formazione di
una piastra rocciosa triangolare confinata tra i suddetti piani originando la forma
della valle (fg 1 ). E’ importante osservare che i piani così formati di norma sono
sede di fratture secondarie che alimentano i fenomeni di dissesto.
Distribuzione dei fenomeni franosi
Sulla superficie rocciosa di ambedue i versanti si rilevano i segni indicatori delle
avvenute frane dalla permanenza del colore e morfologia della superficie di
distacco( nicchia), le foto allegate evidenziano una distribuzione più o meno
uniforme. Le frane da crolli, riscontrabili principalmente nelle intersezioni di piani
di fratture ( fig.2) indicano che questa tipologia di dissesto avviene con maggiore
frequenza ed elevato pericolo perché si verificano con movimento istantaneo
senza alcun segno premonitore con o in assenza di pioggia, provocate da perdita di
attrito a causa del degrado. L’altezza dei potenziali crolli di massi ,anche di modeste
dimensioni, fornisce notevole energia dirompente. Nelle frane del versante destro
foto 3,4,5,6,7,8 , si evidenziano le forme concave dovute a distacco areale di
materiale, la grotta “Masaniello” ( foto 10 ), originata da remota circolazione idrica,
conserva chiaramente molte nicchie di crolli avvenuti all’incrocio di piani di
frattura.Sull’area di frana foto n° 3 si evidenziano massi arrotondati scolpiti
dall’erosione che isolano blocchi ancora incastrati con potenziale pericolo Presenti
anche vistosi scavernamenti originati anche da remota circolazione idrica.
Sul versante sinistro, iniziando dalla zona della chiesa del Carmine ,si rileva
un’ampia grotta (foto 11) a sviluppo prevalentemente verticale che si addentra nel
fianco della montagna, sulla cui superficie si notano blocchi arrotondati formati
dall’erosione di una remota circolazione idrica. Oltrepassando, si incontra il piano di
faglia ( foto n° 12 ) che ha dato luogo all’ampia superficie del versante interessata da
una notevole popolazione di nicchie di distacco per crolli di massi la cui ubicazione è
riportata nelle foto n° 12, 13, 14, 15 In questa zona si evidenziano nicchie di
distacco relative a massi non molto voluminosi, max 1 m3,perché il volume
roccioso dipende dallo stato di suddivisione dell’ammasso roccioso.
Il rischio franoso
L’abitato di Atrani presenta un’alta densità di popolamento con abitazioni ed
edifici religiosi posti al piede dei versanti, situazione che rende alto il rischio
inteso come danno alle persone e beni storico-culturali.Lo stato di fratturazione e la
morfologia nell’ambito esaminato predispongono a possibili distacchi di massi
perché queste condizioni si ripetono diffusamente.
Il versante destro presenta un pendio caratterizzato da variazioni di pendenza per la
presenza di lembi più o meno sporgenti, atti ad intercettare le traiettorie dei corpi in
caduta ( fg 3 ) Lo schema cinematico della caduta evidenzia che un masso,
intercettato da una sporgenza del rilievo, dopo l’urto subisce un rimbalzo e, se non è
frantumato, si allontana in orizzontale, in tal modo può colpire i sottostanti terrazzi
coltivi, ampiamente diffusi, arterrazzamentirestandosi per assorbimento di energia
dal materiale di riempimento dei . Queste caratteristiche cinematiche dei massi
determinano una zona di invasione che può essere estesa per 20-30 m dal piede dei
costoni, ma per buona parte del versante le abitazioni sono lontane. Invece nella zona
della torre dello Ziro le abitazioni sono più vicine al versante. In questo settore è
presente un ellissoide roccioso disposto con l’asse maggiore in direzione verticale
(foto n° 9,cfr. sezione geologica ) limitato da una frattura verticale e da una faglia
che immerge a ovest. E’ una “ fortuna” che detta faglia giace in posizione di
reggipoggio costituendo così una base di appoggio stabile. Se invece la faglia avesse
avuto immersione a est, si sarebbe configurato una situazione di grande pericolo( cfr
schema tettonico ).
Nel versante sinistro la superficie rocciosa,tesa verticalmente , favorisce una
traiettoria senza particolari rimbalzi. Ma, anche se la zona di potenziale invasione dei
massi è più ridotta rispetto al versante destro, in questo settore la chiesa del
Carmine , la Collegiata S.Maria Maddalena e le vicine abitazioni sono più vicine ai
costoni.
Avvenimenti storici.
Le frane più voluminose modificano la morfologia del versante, che conserva nel
tempo i segni dell’area di distacco, e sono registrate negli annali. Non mancano sul
territorio della Costiera datazioni di frane,anche medioevali, che hanno comportato
modifiche morfologiche. Le frane relative alla caduta di singoli massi di modeste
dimensioni sono più numerose e,se in molti casi è possibile rilevare l’ubicazione del
distacco, non sempre sono state registrate, soprattutto se il crollo non ha procurato
danni a persone e cose. Ad Atrani si ricorda a memoria d’uomo il crollo di un
masso staccatosi il 24 2. 1936 dal versante sinistro cadendo in vicinanza del
Monastero S. Rosalia senza provocare vittime, un altro caso è avvenuto nelle
vicinanze della chiesa del Carmine. In occasione del terremoto in Irpinia 23.11.1980
si è staccato nell’area della Torre dello Ziro un masso, ma non è provata la
correlazione con l’evento sismico. Per una statistica più esauriente occorrerebbe
consultare tutti i registri.
Atrani è esposta a un altro tipo di pericolo ricorrente, le esondazioni del torrente
Dragone. Non si registrano perdite umane in quelle avvenute negli anni precedenti
caratterizzate da una portata e durata molto maggiore in confronto dell’ultima del
10.09.2010 in cui la comunità atranese piange la perdita di una giovane lavoratrice.
L’evento alluvionale avvenne giovedì pomeriggio quando i negozi osservavano
mezza giornata di riposo. In questo evento non essendo stata data alcuna allerta, si
deve solo rivolgere un preghiera di ringraziamento alla Santa Patrona.
Atrani, luglio 2016 Geologo Vittorio Di Benedetto
P.S. La presente relazione è stata redatta,a richiesta, a sostegno di una relazione
inerente la continua protezione della Santa Patrona su Atrani.