Napoli tre soluzioni per l’attacco foto

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    L’OPERAZIONE ICARDI Una superofferta a lui e clausola di 100 milioni

    50 MILIONI E’ la cifra a cui il Napoli è disposto ad arrivare, aggiungendo anche il cartellino di Manolo Gabbiadini, per consegnare Icardi a Sarri, quale sostituto di Gonzalo Higuain.

     TRA INTER E NAPOLI 
    Mauro Icardi, argentino, è nato a Rosario, la città di Messi, il 19 febbraio 1993. Cresciuto nel Barcellona, è stato portato in Italia dalla Sampdoria, con cui ha giocato, giovanili comprese, dal 2011 al 2013, quando è passato all’Inter.

     
    Questa è empatia: lo racconta la storia d’un club che ne ha avute di prove. Troppo facile buttarsi su Maradona, il più Grande, ma basta essere argentini per ritrovarsi amanti: punto e basta. Quasi a prescindere. Ci sono state stelle, e quante (Sivori), e scugnizzi che hanno stregato subito, e quanti (Lavezzi); c’è stato un tempo in cui non poteva esistere il Napoli senza una traccia di Buenos Aires. Ci sono stati simboli nel tempo (Pesaola), uomini che hanno scelto poi di stabilirsi per sempre, e c’è sempre stato come un filo rosso che ha legato due città che, lo disse Lavezzi, mentre stai atterrando, sembrano eguali. Mauro Icardi ha rappresentato, immediatamente dopo l’addio di Gonzalo Higuain, il «centravanti» su cui puntare: un rapido giro di perlustrazione, qualche inevitabile riflessione, poi la svolta e l’offerta e gli incontri con il management del bomber e, a seguire, con Wanda Nara. De Laurentiis non ha lesinato euro: un’offertona da sei milioni e mezzo, corredati da bonus vari. Comunque una proposta per un quinquennio (con tanto di clausola da 100 milioni). Perché Icardi non è soltanto gol, ma uno status: e un argentino, a Napoli, sa sempre come colpire al cuore della gente.  

    LE PRIME ALTERNATIVE 
    Bacca perde terreno C’è Jovetic falso nove

     
    Spendere, certo, ma senza dissanguarsi per il gusto di farlo. Il Napoli che va al di là di Icardi ha cominciato a meditare su Carlos Bacca (30): costerebbe 30 milioni ma sa di operazione senza futuro. Una chiacchierata con Tevez (32) c’è scappata, ma è servita per capire che non esistevano margini, dinnanzi ad un campione avanti con l’età e con pretese astronomiche. Mancando sul mercato un centravanti compatibile con il calcio di Sarri, ecco la soluzione trasgressiva: immaginarsi con un “falso nueve” e Stevan Jovetic (27) è diventata una possibilità, ammesso che l’Inter – un giorno – lo voglia cedere. A Sarri stuzzica l’idea, perché “cambiare” all’interno di un sistema non appare oltraggio. Altrimenti, tra le pieghe di questo mese che s’annuncia comunque rovente, perché il fuoco cova sotto la cenere dell’apparente immobilismo, varrà la pena di tenere a mente anche un nome: quello di Luiz Adriano (29) del Milan, brasiliano che invece è “vero nove”, che sa occupare lo spazio, attaccare la porta e soprattutto palleggiare. E’ una ipotesi che rimane lì, secretata, in attesa di verificare gli sviluppi di queste pazze, pazze giornate, nella quale è comparsa la suggestione – sui social – d’un ritorno di Cavani. 

    LA SCELTA INTERNA Gabbiadini con Milik la coppia da scoprire
     
    Però il Napoli ha fiducia anche in se stesso, in quello che ha fatto in questi anni, negli investimenti più recenti. Manolo Gabbiadini, pur dovendo rimanere all’ombra di Higuain, non ha mai (statisticamente) tradito la sua vocazione. Il ritiro gli sta servendo per integrarsi nei movimenti del 4-3-3 di Sarri, per apprenderli a fondo: ma intanto parlano i numeri che, nel rapporto gol segnati e minuti giocati, lo sistemano davanti a Bacca, a Icardi, a Kalinic. Ventinove reti nelle ultime due stagioni, pur con tanta panchina e persino un infortunio che gli ha sottratto il campo per due mesi. L’altro terminale offensivo a disposizione è Milik, che nell’Ajax ha sbalordito e che certo deve misurarsi con l’organizzazione difensiva del calcio italiano: ma l’attaccante polacco, da quando è arrivato in Olanda, si è sciolto, ha dimenticato le difficoltà conosciute in Germania, si è guadagnato anche la convocazione per gli Europei con la sua Nazionale. Lì era chiuso da Lewandowski, eppure ha trovato il modo di giocare e di segnare e lanciare ulteriori messaggi al Napoli: che li ha colti al volo, dopo averne già interpretati alcuni nel corso del campionato olandese. Gabbiadini e/o Milik: in due per (eventualmente) intraprendere la terza via. 

     

    Sì, no: però senza che ci sia più un ni, perché il tempo sta scadendo e servono certezze. La risposta è nell’aria, va afferrato il senso, perché è il momento delle scelte e delle strategie poi da definire: e c’è un Napoli che (sogna) con Icardi, ma dev’essercene anche un altro, e ce ne sarebbero persino due, eventualmente da plasmare ad immagine e somiglianza delle proprie fantasie. La scelta (originaria) è nei fatti e il Napoli l’ha disegnata senza indugi, lanciandosi prepotentemente sul centravanti che maggiormente porta in sé i connotati d’un attaccante antico e un po’ moderno, autorevole e fascinoso, la rappresentazione tecnica per tentare di scacciare via qualsiasi fantasma, persino il più ingombrante. Per Icardi, il Napoli ha fatto cose da pazzi: ha offerto soldi – e tanti – a sdoganato alcuni solidi principi inviolabili, ha provato e – continua a farlo – a regalarsi un uomo a presa rapida, che abbia confidenza non solo con il gol e con il linguaggio degli attaccanti, ma pure con il calcio italiano.  
    E’ una trattativa (inevitabilmente) lunga, fatta di pause e magari anche di strategie, che ora entra nel momento della verità e che trascinerà nel vivo: sarà un sì o sarà un no, ci sarà un muro invalicabile o magari si vedrà una luce in fondo a questo tunnel (foderato da una sessantina di milioni di euro) ma qualcosa succederà. Il Napoli intanto si è analizzato, s’è studiato, ha letto in sé, nel proprio organico, ed ha tratteggiato i contorni già netti d’una squadra con la quale lanciarsi in Champions e in un campionato dal quale è appena uscito con il ruolo d’anti-Juve: senza Icardi, si può provare a rimediare andando a raschiare il fondo del mercato, aspettando che s’accenda una luce o che si possa scovare non la suggestione ma la garanzia; oppure, se Maurito restasse inarrivabile, ci sarebbero Gabbiadini e Milik, il prodotto interno netto d’un centravanti che ha una chance per uscire dal guscio e un venticello che soffia dall’Est e spinge, spinge, spinge ad osare… 

    fonte:corrieredellosport

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