Ugo Gregoretti, Giacomo Rizzo, Francesco Paolantoni e Bruno Lanza per Antonio Ottaiano al Palapartenope foto

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    La grande Sceneggiata torna in auge grazie ad un inarrestabile promotore come Antonio Ottaiano. Lo stesso che per la prima volta nella storia del genere, la presenta il prossimo 11 giugno alle ore 20.30, dinanzi a circa 1500 spettatori al Teatro Palapartenope di Fuorigrotta. Con “E figlie so’ piezze ‘e core”, i tre atti e tre quadri di Enzo Vitale ispirati alla lirica del 1930 di Libero Bovio e Ferdinando Albano, l’artista Ottaiano sfodera le sue carte vincenti e lo fa portando con coraggio il suo spettacolo nella storicizzata tendo-struttura di via Barbagallo. Prodotto dalla Anfhoras Production di Carmine Gambardella, l’allestimento riconduce così in palcoscenico, tra canzoni e passioni, la vera essenza di un popolo senza tempo. Con la regia di Velia Magno, l’accompagnamento dal vivo dell’Orchestra Fiscale, gli arrangiamenti del maestro Ginetto Ferrara, e con il resto della compagnia tra cui gli attori e cantanti Maria Del Monte, Antonio Buonomo e Mario Aterrano, ed ancora il figlio d’arte Jack Otto, Ernesto Martucci, Patrizia Masiello, Massimo Salvetti, Thalia Orefice, Ciro Meglio, Luigi Orefice, Gianno Martino ed Ornella Varchetta, Ottaiano riporta tra il pubblico l’ineguagliabile forza di un tipo di teatro da promuovere e tutelare.
    Avallando con i loro favorevoli consensi l’intenzione di riportare in primo piano tra il grande pubblico l’antico genere, personaggi come Ugo Gregoretti, Giacomo Rizzo, Francesco Paolantoni e Bruno Lanza, a proposito della missione firmata Ottaiano, così si sono espressi.
    “L’operazione di Antonio Ottaiano – ha detto l’intellettuale, regista e drammaturgo, Ugo Gregoretti- è molto interessante. Un’idea intelligente che consacra l’artista napoletano come uno dei testimoni della grande cultura popolare di una città senza tempo. Il lavoro mi rende curioso al punto da volere provare ad essere presente tra gli spettatori del prossimo 11 giugno. Mi compiaccio per la volontà di fare rivivere un genere per un periodo finito in soffitta e per la passione con cui si mette in risalto positivamente un aspetto artistico di una Napoli popolare fatta di grandi autori e di veraci interpreti. Ottaiano nel proporre dinanzi ad un pubblico numerosissimo come quello del Palapartenope la Sceneggiata ricavata dal testo di Libero Bovio, porta a termine una missione di carattere antropologico meritevole di plausi e consensi. Sarà bello osservare il rinnovamento di un genere antico e nel contempo apprezzare un’iniziativa capace di dare lustro alle origini più sincere del popolo napoletano”.
    Prodigo di complimenti per Antonio Ottaiano e la sua Sceneggiata anche l’attore e regista, Giacomo Rizzo che ha elogiato la voglia di portare in scena uno spettacolo, come originariamente voluto dai primi autori, non contaminato nel testo da criminalità organizzata, carcerati e brutta gente. “La sceneggiata che ricordo, nata con attori come Aldo Bruno – ha ribadito Rizzo- era solo basata su canzoni di successo. Si tratta di un genere nato pulito che poi nel tempo è alcune volte degenerato. E’ bello quindi rivedere la Sceneggiata vera in un grande spazio come il Palapartenope ed osservare come a vincere sono i buoni sentimenti e la morale. Devo fare i miei complimenti ad Ottaiano, che ritengo estremamente civile e soprattutto una persona semplice, per aver osato e per aver proposto in grande stile questo tipo di spettacolo”.
    “E’ giusto – ha detto al proposito l’attore Francesco Paolantoni- esaltare queste rappresentazioni legate alla tradizione capaci di suscitare le emozioni di tanta gente. Salvare le espressioni artistiche del popolo è importante ed al momento Antonio Ottaiano è l’unico in grado di farlo. Lavora in maniera onesta e senza furbizia e soprattutto crede veramente in quello che fa”.
    Favorevole all’iniziativa anche l’autore e compositore Bruno Lanza. “Si tratta di un’operazione coraggiosa- ha detto il noto artista- Anche se fino a qualche anno fa consideravo la Sceneggiata superata, devo dire che alla luce del crollo dei valori umani e sociali, la stessa, oggi, ha una sua importante funzione. Se è corretta e non riporta in scena la giustizia fai da te modello Anni 50/60, riesce a riformulare al meglio i valori della famiglia, dell’appartenenza, della solidarietà e della convivenza pacifica. L’iniziativa di Ottaiano ha un suo grande significato. Ora spetta all’abilità dell’artista, al Teatro Palapartenope, produrre interesse in un pubblico più vasto e diffondere il messaggio positivo della sua Sceneggiata”.

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