Pompei, il gran giorno delle domus. Renzi: «Simbolo dell’Italia che riparte. Campania può cambiare le sorti del Paese»

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«Combattiamo perché il bello possa vincere. Da Pompei oggi si può dire che l'Italia è nelle condizioni di dire basta alle opere incompiute. Se l'Italia smette di piangersi addosso è nelle condizioni di poter tornare a essere un Paese leader, forte, faro, quello che il mondo si aspetta che sia». E' questo il messaggio del premier Matteo Renzi in visita oggi negli scavi vesuviani per la riapertura di sei importanti domus restaurate grazie al progetto Grande Pompei: la Fullonica di Stephanus, le case del Criptoportico, di Paquius Proculus, del Sacerdos Amandus, di Fabius Amandio e la Casa dell'Efebo, che già da oggi sarà possibile visitare a partire dalle 13.Il premier è arrivato agli Scavi accompagnato dal ministro Franceschini intorno alle 11.45 e ha visitato le domus restaurate prima della sua conferenza stampa. Ai cronisti che provavano a chiedergli dell'attualità politica, il premier ha risposto: «Oggi parliamo di restauri».

La troupe di Positanonewstv ha seguito l'evento riportando foto , video e interviste :

Poi si è fermato a salutare le persone che erano all'ingresso degli scavi archeologici. Un dipendente degli scavi lo ha invitato a fermarsi per un caffè, ma Renzi ha gentilmente declinato: ripartirà subito dopo la visita, ha spiegato, per andare a casa a festeggiare il Natale. Ad accompagnare Renzi nella sua visita, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Pompei Ferdinando Uliano e il soprintendente Massimo Osanna. Assente, come previsto, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. GLI INTERVENTI. La cerimonia si è svolta nella Basilica degli scavi archeologici. Renzi è arrivato sul palco intorno alle 12.50, con tre quarti d'ora di ritardo sulla tabella di marcia. A introdurre la cerimonia il soprintendente Osanna: «E' tutto merito di una squadra che ha lavorato insieme e in sintonia» ha detto ai tanti presenti. Poi è intervenuto Giovanni Nistri, il dg di Pompei che da oggi lascia l'incarico: «Il grande progetto Pompei – ha raccontato – consisteva di 5 piani, due dei quali – capacity building, comunicazione e fruizione – saranno completati entro la fine del 2015. Gli altri nel 2016. Le opere sono i progress. Ad oggi un altro cantiere è stato completato. Entro la fine dell'anno altri 3 per un totale di 37. Le gare hanno ridotto i tempi; una 60ina di giorni in media. Finora ritmo di lavoro pari a un milione di euro di spesa a settimana. Non abbiamo mai sforato il quadro economico. La messa in sicurezza di tutte le regiones sarà completata, attraverso la conoscenza integrale del sito». Dopo il generale Nistri è intervenuto il Generale Curatoli, che è stato appena nominato suo erede alla guida del progetto Grande Pompei. FRANCESCHINI. Il ministro Franceschini, nel suo intervento, ha detto: «Quanto è avvenuto qui a Pompei dimostra come lavorando di squadra si raggiungono gli obiettivi più importanti. Un lavoro silenzioso ed efficace. C'è un lavoro alternativo intorno a Pompei, con strutture ricettive efficienti, accoglienza e ospitalità. Abbiamo avviato anche un progetto ferroviario importante. I riflettori del mondo sono sempre accesi sul sito. I siti, anche quelli minacciati dal terrorismo, sono un simbolo e sono di tutto il mondo». Poi ha citato una frase di Cocteau in visita a Pompei nel '900. RENZI. Il premier era emozionato sul palco. E ha detto: «Questo è un modo molto bello per augurarci buon Natale. Siamo di fronte a qualcosa di intenso per la Campania, il Paese e il mondo intero. Le domus vi stupiranno, vi sorprenderanno. Ci sono piccoli dettagli di vita quotidiana conservati; Pompei è un'esperienza sempre nuova. Eppure non c'è solo il restauro di sei domus. C'è qualcosa di più: è l'accasione di dire che l'Italia è nelle condizioni di dire basta con le cose incompiute. L'Italia può giocare la potenza che questo luogo reclama in tutto il mondo. L'Italia finalmente può essere Paese libero e forte. Se smettiamo di piangerci addosso torneremo a essere un Paese guida. Pompei è risposta all'emergenza culturale e identitaria in cui viviamo, dopo gli attentati. Pompei oggi fa notizia per i restauri e non per i crolli. Il destino dell'italia è grande perché siamo un Paese di travolgente bellezza e dobbiamo perciò faticare il doppio. Stanotte sono state chiuse le procedure per la Terra dei fuochi una partita che porteremo a casa. Bagnoli e i comuni dell'area cooperano per una svolta Se la Campania fa quello che può fare cambia le sorti del Mezzogiorno e dell'Italia. A Pompei quest'anno 3 milioni e 25mila visitatori, +20 per cento. Qui ci dobbiamo dare una data nuova: 24 agosto 2017 dovremo terminare la fase straordinaria e iniziare la fase due per dire che finisce la stagione in cui Pompei era in ritardo. L'augurio che voglio fare agli italiani è saper continuare a stupirsi e guardare in modo nuovo ciò che noi abbiamo. Combattiamo perché il bello possa vincere. Ci sono ancora denari da spendere. Pompei era tutte le settimane sui giornali perché non funzionava. Dicevano che non avremmo eletto il presidente Repubblica, che il Jobs act non si sarebbe fatto, che le riforme non si sarebbero fatte. Ma al di là delle idee politiche è bello sapere che l'Italia non si arrende. Questo Paese riparte a livello economico con la voglia di fare. Non sprecheremo un solo giorno per raggiungere qiesto obiettivi. Il clima è cambiato e oggi crederci è davvero tutto». LE POLEMICHE. La vigilia dell'evento è stata contrassegnata dal disappunto del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che si è lamentato per essere stato escluso dall'inaugurazione. «Non ho avuto alcuna comunicazione ufficiale istituzionale – ha detto ieri il sindaco – come prevede il protocollo, della presenza del premier. Per ora non sono stato invitato». Nella polemica si è inserito il candidato sindaco di Napoli Antonio Bassolino che ha detto: «Io ci sarei andato. E' dovere di un sindaco andare là dove c'è la presenza del presidente del Consiglio». LA SVOLTA. La data delle nuove inaugurazioni non è casuale: è la vigilia di Natale, segno di rinascita per l'Italia. Dopo l'inaugurazione della variante di valico, il restauro delle sei domus di Pompei rappresenta la realizzazione di promesse mantenute da parte del premier. Ed è la quinta volta per il ministro Franceschini a Pompei, un luogo che è simbolo di rinascita per la Nazione dopo gli avvenimenti poco lusinghieri degli ultimi anni. Grazie alle nuove aperture e alle mostre, il sito vesuviano è passato da circa 2 a oltre 3 milioni di visite annue. In diretta sul Mattino.it, prima dell'arrivo di Renzi, parla il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto: «Siamo sindaci di realtà fortunate che tutto il mondo ci invidia. Al lavoro per potenziare i nostri tesori». LE DOMUS. La Fullonica di Stefano è un esempio di bottega di 2000 anni fa straordinaria. I fullones, spiega Carlo Avvisati, erano potentissimi e gestivano un potere politico. I panni da lavare venivano immersi in una miscela di acqua e urina. Poco più avanti c’è la domus detta del «Criptoportico» che prende il nome dal sontuoso “portico nascosto” situato al di sotto del giardino. La costruzione occupa quasi la metà dell’insula (isolato) che la ospita. Durante il recupero sono stati ritrovati numerosi frammenti di intonaco affrescato. Le decorazioni, rinvenute nel tepidarium (destinato ai bagni con acqua tiepida), ripropongono, tra le altre, una figura danzante, in rosso porpora, con in mano un bastone, mentre muove passi di danza sulla parte superiore di una colonna. Nella domus viene anche riproposto in legno lamellare la volta a botte del praefurnium (il forno in cui si produceva l’aria calda destinata a riscaldare la therma) e la volta a crociera del calidarium (il settore della therma in cui c’era acqua calda) negli ambienti termali sottostanti. La casa del Sacerdos Amandus quando venne scavata, con i resti di nove scheletri, tra adulti, donne e bambini, trovati accalcati prossimi alla porta nel tentativo di uscire dalla casa che stava crollando, rivelò ancora una volta la tragicità del destino dei pompeiani. Da ammirare, ancora, una serie di scene raffiguranti personaggi mitologici con Perseo, Andromeda, Ercole nel giardino delle Esperidi, il volo di Dedalo e di Icaro. La particolarità di questa domus, oltre al lusso e al fasto che la contraddistinguono tra le altre belle case pompeiane, è quella di avere ben tre porte d’accesso alla proprietà. Qua venne trovata la statua in bronzo dell’efebo (copia di un originale greco della metà del V secolo avanti Cristo) che il proprietario adattò a portalampade per la mensa del giardino. E, inoltre, si rinvennero anche quattro statuette di placentari (venditori di placentae: è l’antesignana delle focacce moderne, molto simile alla pizza), ora all’Archeologico di Napoli, usate anche loro come portatori di ciotole per salse da offrire ai convitati nel banchetto. A cura di Francesco Lo Dico, Susy Malafronte, Carlo Avvisati e Marco Perillo IL MATTINO.IT

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