E’ di Salerno il nuovo presidente della Cassazione Giovanni Canzio

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 È un salernitano il nuovo primo presidente della Corte di Cassazione. Giovanni Canzio, 71 anni il prossimo primo gennaio, è stato eletto ieri dal plenum del Csm in una seduta presieduta dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un plebiscito che consacra il nuovo eletto, che prende il posto di Giorgio Santacroce, con 23 voti e tre astenuti. Originario del Rione Carmine, ex allievo dello storico liceo Tasso, laureatosi nel 1966 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli, Giovanni Canzio, fino a ieri alla guida della Corte d’appello di Milano, ha iniziato la propria carriera in magistratura nel 1970, prestando servizio presso il Tribunale di Vicenza, la Procura della Repubblica e il Tribunale di Rieti. Dal 1995 al 2009 ha svolto presso la Corte di Cassazione le funzioni di consigliere della prima sezione penale e di componente-coordinatore delle sezioni unite penali, figurando quale relatore-estensore di numerosissime sentenze, pubblicate e commentate dalla dottrina in riviste e opere giuridiche. Nonostante abbia lasciato giovanissimo Salerno, per approfondire altrove i suoi studi giuridici, Canzio resta legatissimo alla sua città natale dove ritorna sempre con grande entusiasmo. La notizia della sua nomina è stata accolta con piacere dall’avvocatura salernitana, alla quale Canzio resta legato per i suoi rapporti con numerosi esponenti del nostro Foro. «È spesso ospite dei nostri convegni», afferma l’avvocato Giovanni Sofia, responsabile del Lapec, il Laboratorio permanente per l’esame e il controesame, di cui Canzio è uno dei fondatori. «Ogni volta che torna in città – prosegue Sofia – Giovanni Canzio riesce a trovare sempre un po’ di tempo per riabbracciare i suoi vecchi amici, i suoi ex compagni del liceo Tasso con i quali viveva la Salerno “degli altri tempi”, quella che d’estate infilava il costume per andare a fare il bagno sul Molo Masuccio Salernitano, il classico Pennello, luogo storico per i salernitani veraci. Ricordo – conclude l’avvocato Sofia – l’entusiasmo con cui accolse la mia iniziativa di istituire a Salerno un corso di formazione per i giovani penalisti: per lui che ha approfondito in America il concetto del giusto processo, la formazione è l’elemento imprescindibile per chi voglia intraprendere la carriera giuridica». Grande piacere per la prestigiosa nomina è stata espressa anche dall’avvocato Paolo Carbone, che di Canzio sottolinea «l’assoluta preparazione e il grande livello culturale». Tra i vari incarichi che ha ricoperto, Canzio è stato componente della commissione ministeriale Grosso per la riforma del codice penale e della commissione ministeriale Riccio per la riforma del codice di procedura penale. Le qualità di Canzio sono state messe in evidenza da tutti: dallo stesso Mattarella, che ha parlato di un giudice dall’«alto profilo culturale e professionale» e ha posto l’accento sui risultati ottenuti a Milano «su tempi di lavoro e durata dei giudizi»; dal vice presidente del Csm Giovanni Legnini; da Santacroce, che ora Canzio dovrà sostituire al vertice della Suprema Corte, e da Pasquale Ciccolo, che di quella Corte è procuratore generale. Giudizio positivo è stato espresso anche dai tre consiglieri che hanno deciso di astenersi: i togati Lucio Aschettino, Piergiorgio Morosini e Alessio Zaccaria. «La nomina di Canzio – affermano – apre però un vuoto alla Corte d’Appello di Milano, una delle più importanti del Paese, e dovrà mettersi in moto la procedura per scegliere il nuovo presidente». Viviana De Vita , Il Mattino

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