Castellammare. Crac Multiservizi, sequestri a 2 manager. Provvedimento della Corte dei conti congela due milioni di euro

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Castellammare di Stabia. Beni sequestrati per oltre 1 milione e 700mila euro e coinvolgimento di nuovi soggetti nella bancarotta della partecipata “Castellammare Multiservizi spa”. Continuano le azioni di forze dell’ordine e magistratura nell’ambito delle indagini sull’annientamento dell’azienda di gestione dei rifiuti fallita a gennaio 2014. I militari della guardia di finanza di Torre Annunziata, guidati dal tenente colonnello Carmine Virno, e i finanzieri della compagnia di Castellammare, coordinati dal capitano Mario Aliberti, hanno eseguito un sequestro conservativo per 1.758.024,05 euro, disposto dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Campania (retta dal procuratore regionale Tommaso Cottone) su richiesta della procura regionale della Corte dei conti di Napoli, nei confronti degli ex manager Monica Baldassarre e Franco Rossi (scelti dall’allora sindaco Luigi Bobbio). Si tratta di sei unità immobiliari a Roma ed a Chieti. Risultano indagati dalla magistratura contabile, oltre ai vertici della municipalizzata, anche gli ex componenti del collegio sindacale Maria Pia Principe (presidente), Filippo Cuomo (effettivo) e Antonio Cecchi (effettivo) che hanno ricevuto l’invito a fornire deduzioni. Quella scattata ieri mattina è di fatto la terza operazione della guardia di finanza a seguito del crac di Multiservizi. La società fallita, infatti, è già al centro di una complessa indagine diretta dalla procura di Torre Annunziata per i reati di bancarotta fraudolenta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e anche per omesso versamento di tributi, per fatti commessi durante la gestione della società dall’ottobre 2010 a gennaio 2014. Secondo l’accusa, attraverso un sistema fatto di incarichi fittizi doppiati e triplicati, false fatturazioni, prestazioni inesistenti e altissime retribuzioni, è stata messa in atto una preordinata azione di annientamento della partecipata. Parallelamente alle indagini della magistratura ordinaria, quella contabile “ha rilevato profili di danno erariale – si legge nella nota diffusa ieri a margine dell’operazione – anche nei confronti dei componenti del collegio sindacale, totalmente inermi di fronte al progressivo e inesorabile aggravamento dello stato di dissesto della società cagionata dalla mala gestione degli amministratori». L’operato dei componenti del collegio sindacale era già stato preso in esame sia dal curatore fallimentare Vincenzo Sica, che contro di essi sta per avviare azioni di responsabilità, sia da finanzieri e Procura oplontina. Principe, Cecchi e Cuomo, insomma, arrivano in Multiservizi nel maggio del 2011 in sostituzione di tre professionisti. «I membri dell’organo in carica – si legge nei documenti firmati dal gip di Torre Annunziata Giovanni De Angelis – ritenuti evidentemente troppo zelanti, venivano sostituiti con professionisti di sicura compiacenza». Le preoccupazioni in merito alla contabilità spariranno una volta cambiato il collegio sindacale. A febbraio 2014 la Multiservizi fallirà, sommersa da oltre 30 milioni di euro di debiti, ma è pochi mesi prima che accade un episodio incredibile, messo nero su bianco dai titolari delle indagini. La mattina del 28 ottobre 2013 (in carica c’è il sindaco del Pd Cuomo) «Rossi liquidava ai membri del collegio la somma di 58mila euro (…) nonostante le irregolarità evidenziate dalla guardia di finanza. L’amministratore non pagava imposte e fornitori ma si precipitava a pagare profumatamente i membri del collegio». Dopo qualche ora Cuomo avrebbe rimosso Rossi per giusta causa e nominato i nuovi sindaci che dichiareranno il fallimento. (Francesco Ferrigno – Il Mattino) 

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