Vico Equense Castellammare il Faito fra degrado e rischio di perdere i fondi

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Dieci milioni di euro in bilico. Il Faito, la montagna verde affacciata sul mare, condivisa da due Comuni – Castellammare di Stabia e Vico Equense – versa nelle più disastrose condizioni. E si rischia di perdere un finanziamento per rifare la strada di cui poteva giovarsi, per il quale c'è il progetto preliminare e il parere favorevole dell'Autorità di Bacino. «Non è affatto perso – replica il sindaco di Castellammare di Stabia, Nicola Cuomo – La Regione non è riuscita a bandire la gara entro il 30 giugno e il soggetto attuatore, che prima era il Comune (lo aveva chiesto il mio predecessore Bobbio), ha restituito la funzione alla Regione». Quindi una rinuncia del suo Comune, sindaco, perché? «Non avevamo le forze per poter fare fronte. Ma la gara sarà riprogrammata, e l'Arcadis, agenzia regionale campana per la difesa del suolo, si è dichiarata disponibile a farla. Sui tempi dipende dal ministero, ho parlato con il direttore generale dei Lavori pubblici in Regione e con il subcommissario di Santa Lucia Italo Giulivo e ci sono tutte le buone intenzioni». Nel frattempo però il monte Faito è un malato in gravi condizioni. «Sconta l'abbandono della società bene del posto, che negli anni Settanta la popolava realizzando centro sportivo, galoppatoio, alcune ville. Oggi l'hanno abbandonato. Le condizioni della strada sono peggiorate quando la società proprietaria poi, ha rinunciato a causa del passivo, cedendo in cambio del prezzo simbolico di un euro tutto il patrimonio boschivo a Regione e Provincia. Il Parco dei Monti Lattari come tutti i parchi della regione, mai finanziati, con i 30 mila euro che riceve per la gestione, non naviga nell'oro e non può pensare di fare chissà che». Da regolamento il bilancio andrebbe supervisionato da un direttore, e invece a fare tutto è il presidente, Giuseppe Guida. Ma le qualifiche dove sono? «Se si fa un project financing – prosegue il sindaco Cuomo – e si da la possibilità a privati di mettere a frutto le proprietà con il rilancio della funivia che comunque avrà un passivo di 4-500 mila euro all'anno, si può ambire a un miglioramento. Ma non bisogna disperare, vanno messe in ordine le varie cose. Con un po' di coraggio va rilanciata l'attività». Già, ma si fa presto a dire turismo. Oggi sul Faito salgono in pochissimi. La magica sorgente della Lontra è stata invasa da una baraccopoli di lamiera e i rifiuti clandestini vengono sversati regolarmente anche li. Toccherebbe al Comune di Vico Equense far rispettare le norme urbanistiche, ma finora non si è visto ancora nessuno. «Invece il paesaggio è nelle mani dei coltivatori di marijuana – dice il consigliere comunale Pd stabiese Francesco Russo – che prosperano sul disinteresse delle istituzioni». La voce dei naturalisti, unici frequentatori di questi boschi, è chiara. Per loro manca una testa pensante e la divisione in rivoli di fondi e competenze amministrative è il problema: «II Faito – spiega il blogger Ferdinando Fontanella – andrebbe considerato nell'intero sistema dei Monti Lattari, ecco perché il parco dovrebbe funzionare. L'anno scorso la mia associazione coinvolse studiosi tedeschi per il calcolo dell'età dei faggi ma il progetto non fu portato a termine. A questo posto bisogna ridare vita, riaprire la strada sarebbe solo il primo passo». C'era ad esempio un cinema, sul Faito, che farebbe gola a "Nuovo cinema Paradiso". E due registi e produttori belgi di origine italiana, Turi Finocchiaro e Nathalie Rossetti ogni anno per diffondere il no me del monte, a costo ridotto portano qui il "Faito Doc Festival" dedicato ai documentari. Iniziativa senza alcuna diffusione o promozione da parte degli enti locali e faticosamente inseguita dagli eventuali appassionati: l'inaugurazione, sempre alla Reggia di Quisisana quest'anno è stata, per un disguido, spostata in un ristorante. Fonte: Stella Cervasio da La Repubblica 

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