Salvare la sanità in costiera dipende da una scelta politica: gli strumenti sono disponibili, bisogna decidere di usarli

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    La recente proposta formulata dall’Azienda Ospedaliera Universitaria “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno tendente alla soppressione dei servizi di chirurgia generale presso l’Ospedale Costa d’Amalfi di Castiglione di Ravello, richiede una riflessione ulteriore, sulla scorta delle intervenute indicazioni normative.

    In data 31 marzo u.s., infatti, il Ministro della Salute ha firmato il Regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, in attuazione del Patto per la salute per gli anni 2014-2016. Al punto 9 dell’allegato A al citato testo normativo, viene chiaramente delineata la strutturazione della rete dell’emergenza-urgenza, attraverso la previsione delle varie tipologie ospedaliere definite in base alle caratteristiche dei territori serviti. In particolare, il punto 9.2.2 fa riferimento ai “Presidi ospedalieri in zone disagiate”, individuando come tali quelle distanti più di 90 minuti dai plessi ospedalieri di livello superiore o più di 60 minuti dai presidi di pronto soccorso, superando perciò i tempi necessari ad un servizio di emergenza efficace.

    La norma descrive in dettaglio le aree interessate, connotate da “condizioni geografiche e/o meteorologiche ostili o disagiate, con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi” di percorrenza. E’ un quadro che si adatta con straordinaria aderenza alla realtà quotidiana della Costiera Amalfitana, come ben sanno i cittadini che vi risiedono e le centinaia di migliaia di turisti che la visitano annualmente. Viene quindi sancita l’esplicita facoltà per le Regioni di istituire presidi ospedalieri di base secondo criteri parzialmente derogatori a quelli generali, in considerazione di una mobilità estremamente difficile e della conseguente inefficacia della strutturazione ordinaria. I presidi così individuati sono organizzati per garantire “un’attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto attività di medicina interna, di chirurgia generale ridotta”, e ciò anche in considerazione della carenza di elisuperfici dedicate per l’elisoccorso in caso di clima avverso o di visibilità insufficiente.

    Alla luce di tale preciso quadro normativo, appare del tutto inappropriata la proposta aziendale di soppressione dei servizi di chirurgia dall’Ospedale Costa d’Amalfi, che andrebbe a compromettere in modo radicale e definitivo le possibilità di soccorrere efficacemente le persone in grave pericolo di vita. A giudizio della Conferenza dei Sindaci, sarebbe irresponsabile disegnare un sistema sanitario sulla scorta di tempi e minuti assolutamente aleatori (90 o 60 in che periodo dell’anno? Con che clima? In che condizioni di traffico? Con quale manutenzione stradale? Con o senza le frane e gli smottamenti che periodicamente impediscono o rallentano la circolazione?), piuttosto che sulla considerazione che ciascuno di quei minuti può decidere della sopravvivenza o della morte di una persona.

    Tanto considerato, si richiede al Presidente Caldoro, anche nella veste di Commissario Straordinario per la Sanità, eventualmente previo incontro da convocarsi con la presenza del Direttore A.O.U. Dr. Viggiani, del Magnifico Rettore Tommasetti, del Direttore del plesso Dr. De Caro e dei rappresentanti istituzionali locali, di rivalutare la proposta de qua onde addivenire ad una riformulazione del Piano Aziendale nei termini di cui al punto 9.2.2 dell’allegato A al Regolamento Ministeriale per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera.

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