Scafati. Finanza al Centro Anziani, nel mirino la gestione economica. Al vaglio fatture e libri contabili

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Finanzieri al Centro Anziani “Villa Comunale”, nel mirino la gestione economica della struttura. I militari della Compagnia di Scafati, agli ordini del capitano Nunzio Napolitano, sono entrati in azione la scorsa settimana, dopo la denuncia di alcuni dei soci del Centro. Al vaglio le fatture sospette e anche i libri contabili della gestione precedente all’attuale commissariamento, ratificato dall’amministrazione comunale la scorsa settimana con la nomina del commissario Giacomo Ferrara (dipendente dell’Ufficio casa). L’ispezione dei finanzieri potrebbe così portare all’apertura di un fascicolo di inchiesta da parte della Procura di Nocera Inferiore. Al momento, dunque, nessuno dei componenti dell’ultimo direttivo in carica sarebbe indagato, anche se la questione potrebbe avere presto una svolta. Minacce di morte, accuse e denuncia. L’arrivo dei finanzieri è solo l’ultimo atto di una vicenda che ormai si trascina avanti da mesi. Quella del Centro Anziani “Villa Comunale” è diventata anche una grana per l’amministrazione comunale Aliberti che, la scorsa settimana, ha deciso per il commissariamento della struttura dopo le nuove tensioni tra il direttivo e una parte dei soci. Una storia partita lo scorso 21settembre, quando uno dei soci denunciò la gestione della struttura. «Si paga per giocare a carte, a bocce e per ballare», c’era scritto nell’esposto che il 74enne G. S., socio del circolo polivalente, consegnò, a settembre, alla Commissione Affari sociali del Comune di Scafati. Una situazione che l’amministrazione di Palazzo Mayer tentò subito chiarire con i gestori della struttura, convocandoli in Comune per replicare all’esposto presentato dal socio residente di via Matteotti. «Il sabato e la domenica per poter entrare nel Circolo a ballare prendono un euro», spiegò G. S., «quindi nel week-end si incassano circa 300 euro, che per quattro settimane fanno 1200 euro. Pur di fare entrare soldi l’ingresso è esteso, infatti, a persone che non hanno residenza a Scafati ma che abitano a Terzigno, Pompei, Torre del Greco, Sant’Antonio Abate, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. L’incasso è di circa 25mila euro l’anno (i 920 soci della struttura pagano una quota annuale di 12 euro, ndr) e, quindi, mi chiedo che fine fa questo denaro, visto che il fitto dei locali e le utenze di acqua e luce le paga il Comune», si è chiesto il 74enne scafatese. «Nel regolamento emanato dalla Commissione Affari sociali non c’è scritto che per ballare il socio deve pagare. Togliendo l’euro, dunque, il business finisce». Secondo l’iscritto al Centro, infatti, i due revisori del Comune non avrebbero controllato mai le ricevute fiscali, ma solo le fatture preparate dai gestori della struttura che, però, non sarebbero inerenti alle spese reali effettuate. Altra questione da chiarire sarebbe quella inerente alle gite organizzate dai responsabili del Centro. «Ai soci chiedono 20 euro per il pranzo e loro, invece, sborsano 15 euro, tutto in nero, sia per il ristorante che per il pullman. Si tratta di soldi sborsati dal fondo cassa del Circolo», si denunciava ancora nell’esposto. Numeri che ora sono al vaglio dei finanzieri agli ordini del capitano Napolitano, pronti a fare chiarezza sulla vicenda che ha avuto potrebbe avere un epilogo negativo. (Domenico Gramazio – Metropolis) 

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