Il Comune di Sorrento e l’ardua richiesta dell’Accesso agli Atti. foto

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inserito da Salvatore Caccaviello

Sorrento – Come è noto ogni Pubblica Amministrazione, tra cui anche il Comune, ha il dovere di rendere trasparente la propria attività. Per tale ragione deve garantire, ai sensi dell’art. 9 del DPR 352/92, il diritto di accesso agli atti amministrativi a tutti i soggetti, compresi quelli portatori di interessi pubblici e diffusi (associazioni, istituzioni, comitati ecc…), che abbiano un interesse diretto, concreto ed attuale, per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, collegato al documento al quale è chiesto l'accesso, sulla base di quanto stabilito dalla legge sull'accesso agli atti (L. 241/1990). Inoltre il diritto d’accesso agli atti amministrativi è un diritto fondamentale per il cittadino, indicato tra i diritti umani dagli organismi internazionali, dall’Onu all’Unione Europea. Tuttavia  il diritto d’accesso non è un diritto assoluto, poiché vi sono categorie di informazioni che costituiscono eccezioni al diritto del cittadino. Solitamente tali eccezioni rientrano nelle categorie di sicurezza nazionale, ordine pubblico, crimini su cui le indagini sono ancora in corso, protezione di alcuni interessi privati, dalla privacy dell’individuo ai segreti aziendali, e ai processi legati alla politica monetaria e valutaria. Ogni legge nazionale, tuttavia, presenta un elenco differente di tali eccezioni. Anche se l’informazione richiesta ricade tra le eccezioni, non è detto che i dati non siano del tutto accessibili: in alcuni casi la P.A. dovrà fornirli omettendo i dati sensibili e segnalandolo al cittadino.  Purtroppo ultimamente chiedere l’ accesso agli atti al Comune di Sorrento diventa una operazione sempre più complicata per i cittadini.  Infatti spesso non viene rispettato il periodo per il rilascio ,per il quale la Legge 241/90 prevede che le pubbliche amministrazioni determinano per ciascun tipo di procedimento il termine entro cui esso deve concludersi, con apposita disciplina, e laddove non abbiano provveduto in tal senso, che il termine è di 90 giorni.(Legge 15/2005). Mentre se si dovesse verificare ,nel caso che trascorso il tempo stabilito,  di non ottenere risposta, sempre per la Legge 241/90, la domanda si intende accettata (cosiddetto silenzio-assenso)Legge 15/2005. Talvolta però può capitare che la documentazione viene rilasciata nei tempi e modi stabiliti ,in questo caso il cittadino sorrentino è tenuto a pagare la somma di 50 euro.  A Sorrento infatti sembrerebbe , da quanto fatto rilevare da cittadini ed associazioni, accedere agli atti della P.A. sia  diventata un’operazione alquanto ardua, poiché  si è data la sensazione,da parte di alcuni uffici, non ci sia la totale disponibilità ,visto la scarsa tempestività ed efficienza ,ad adempiere a tale legittima richiesta. A tale proposito da fb pubblichiamo il post di Enrico Aprea ,Responsabile del Circolo Sorrentino dell’Associazione Nazionale “I cittadini contro le mafie e la corruzione”, circa le difficoltà riscontrate nel accedere a tale tipo di richiesta. (s.c.fonte Urp degli Urp).

 “E’ da tempo che ormai ho rinunciato a chiedere copia o visione di atti pubblici al Comune di Sorrento che nascondono favoritismi o denotano illegittimità amministrativa. Infatti onde evitare i soliti rifiuti, segnalo il presunto illecito all'Autorità Giudiziaria competente. E' sufficiente consultare quotidianamente l'albo pretorio per riscontrare molto spesso l'adozione di atti illegittimi in molti settori in particolar modo in quello dell'edilizia privata e del rilascio dei condoni edilizi. Infatti non sono pochi, ad esempio, gli abusi edilizi per i quali non sono stati adottati i provvvedimenti di ripristino e delmolizione come previsto dalle leggi urbanistiche ma, i responsabili, forse perchè sono personaggi molto in vista nella “Sorrento bene”, hanno beneficiato dell'applicazione della sanzione pecuniaria ai sensi dell'Art. 33, co.2 del D.P.R. n. 380/2001 sanando così l'abuso edilizio pur mancandone i presupposti. Come pure non mancano i casi di accertamento di abusi edilizi riscontrati dai tecnici comunali e  dai caschi bianchi, che pur avendo relazionato molto chiaramente l'abuso commesso soprattutto da parenti ed amici degli amministratori comunali, a distanza di anni ancora non sono stati adottati i provvedimenti consequenziali. Che dire poi dei tanti condoni e/o permessi in sanatoria rilasciati in zone a rischio idrogeologico o di pericolo idraulico? Inoltre c'è anche da dire che non sono poche le concessione in sanatorie rilasciate senza che prima si sia proceduto ad accertare il rispetto e l'attuazione di quanrto prescritto nei pareri rilasciati dalla Soprintendenza di Napoli. Ed ancora, non è irrilevante l'eventuale danno erariale prodotto alle casse comunale nel ritenere congrue le somme pagate dai proprietari degli immobili realizzati abusivamente e riferite al danno ambientale prodotto e al profitto conseguito a seguito dell'abuso. E, non finisce qui!”- 21 dicembre 2014 – Enrico Aprea (I cittadini contro le mafie e la corruzione).

 

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