Creiamo un banco alimentare in Penisola sorrentina per aiutare le famiglie in difficoltà

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L’idea è nata incontrando due amici fuori uno dei tanti supermarket della penisola sorrentina, presi d’assalto in questi giorni da migliaia di clienti. E’ la vigilia di Natale, tra poche ore inizierà uno dei momenti più belli dell’anno. La vigilia di Natale nei nostri paesi riveste un particolare significato religioso. Ma c’è anche la crisi e molti non potranno permettersi nè il cenone di Natale nè quello di Capodanno. Ma anche per il resto dell’anno molte famiglie(anche in penisola sorrentina) hanno difficoltà a portare il piatto sul tavolo. Contemporaneamente l’evento si sta trasformando , per chi se lo può permettere, solo in un’occasione consumistica per sprecare denaro, comprare cibi che poi spesso vengono gettati nella spazzatura. Non è una novità vedere le tonnellate di cibo gettato via da ristoratori e alberghi, per non parlare del cibo spesso gettato dalle mense scolastiche. In quest’ultimo caso il discorso riguarda la scarsa educazione alimentare dei ragazzi. Ma torniamo alla nostra idea. Perchè, mettendo insieme più associazioni, col patrocinio ed il coordinamento del Tavolo di concertazione del Piano sociale di zona non si organizza un “Banco Alimentare”, aderendo alla rete nazionale , per aiutare i nuovi poveri? Nuovi poveri che non sono solo gli immigrati ma sempre più spesso famiglie italiane al 100% con gravi problemi economici dovuti al licenziamento,alla disoccupazione più o meno temporanea o alla scarsa retribuzione dei componenti il nucleo familiare. Esiste in Italia una organizzazione chiamata “BANCO ALIMENTARE”.

Cos´è Banco Alimentare?

“Banco Alimentare” dal 1989 recupera in Italia alimenti ancora integri e non scaduti che sarebbero però destinati alla distruzione, perché non più commercializzabili. Salvati dallo spreco, riacquistano valore e diventano ricchezza per chi ha troppo poco. La Rete Banco Alimentare opera ogni giorno in tutt’Italia attraverso 21 Organizzazioni Banco Alimentaredislocate su tutto il territorio nazionale, coordinate dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Nel 2013 sono state recuperate 62.826 tonnellate di eccedenze alimentari e raccolte 9.828 tonnellate di prodotti alimentari donati, di cui 9.037 tonnellate durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Sono stati recuperati anche 790.912 piatti pronti di cibo cotto dalla ristorazione organizzata, mense aziendali e mense scolastiche, oltre a 309 tonnellate di pane e frutta. Ogni giorno tali alimenti vengono ridistribuiti gratuitamente a circa 8.898 strutture caritative che aiutano circa1.950.000 poveri in Italia. L’attività di Banco Alimentare è possibile grazie al lavoro quotidiano di 1.738 volontari. Questo è il link del Banco alimentare in Campania: http://www.bancoalimentare.it/it/campania

L’Associazione Banco Alimentare Campania aiuta 310 Strutture Caritative convenzionate che raggiungono, ogni mese, oltre 120.000 persone povere ed emarginate. Le famiglie vengono aiutate attraverso la consegna, almeno mensile, di un “pacco alimentare” contenente generi di prima necessità. Inoltre il Banco Alimentare sostiene anche mense per i poveri e comunità della nostra regione che erogano oltre 2400 pasti al giorno.
La tipologia delle Strutture caritative che quotidianamente assistiamo: Caritas, Parrocchie, Banchi di Solidarietà, Centri di ascolto, Associazioni operanti sul territorio, Mense per i poveri, Centri di prima accoglienza per senza fissa dimora, Centri di aiuto per unità di strada, Servizi Sociali.

Le Strutture Caritative stipulano con il Banco, ogni anno, una convenzione con la quale di impegnano a ritirare ed utilizzare i prodotti redistribuendoli in maniera gratuita a persone bisognose che assistono durante l’anno.

La Struttura Caritativa, ai fini della presentazione della domanda ha l’obbligo di:

1) presentare un elenco cartaceo o informatico delle persone e dei nuclei familiari assistiti in maniera continuativa;

2) costituire, per ogni persona o nucleo familiare, un fascicolo che contenga:

· documento dello stato di famiglia e codice fiscale;

· dati anagrafici dei componenti della famiglia e i contatti;

· almeno uno dei seguenti documenti comprovanti lo stato di indigenza: ISEE oppure verbale di visita domiciliare per l’accertamento della condizione indigenza;

· ogni ulteriore documentazione che si ritiene opportuna: stato di disoccupazione, contratti d’affitto ecc.

Inoltre per ogni distribuzione va compilato un attestato di consegna agli indigenti ed un apposito registro di carico e scarico. Attraverso visite periodiche i nostri collaboratori verificano presso le varie strutture lo svolgimento delle attività, la corretta compilazione dei registri e la conservazione dei prodotti, favorendo un rapporto di collaborazione.

Ecco l’idea: perchè non trovare una sede in loco, messa a disposizione dei comuni(sarebbe meglio una per ogni comune), una rete di volontari tramite le assocazioni aderenti al Tavolo di concertazione (sono oltre 100 da Vico Equense a Massalubrense)per raccogliere presso i vari supermarket, negozi, alberghi, ristoranti questo cibo e distribuirlo periodicamente alle famiglie che ne hanno bisogno o che sono segnalate dallo stesso Piano sociale?

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