Positano, questa sera Raffaele Urraro presenterà La parola incolpevole foto

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Positano, Costiera amalfitana . Questa sera, alle ore 20,00, per la rassegna SERATE D'AUTORE dell'associazione Posidonia con Positanonews.  RAFFAELE URRARO presenterà la sua opera LA PAROLA INCOLPEVOLE introdotto dal poeta Giuseppe Vetromile , che rivedremo il 21 agosto, sempre nella biblioteca comunale, con la sua opera "Percorsi alternativi",  presentati dalle professoresse Vittoria Caso e Melania Panico . La rassegna letteraria, partita il 10 luglio, si tiene nel luogo più indicato di Positano per la cultura, la biblioteca comunale nel plesso della Scuola Media a Fornillo, che l'associazione Posidonia con queste e altre iniziative sta rendendo un luogo sempre più vivo, iniziata con successo ,  con Pablo Lentini Riva, uno degli scrittori italiani più interessanti, musicista, insegnante di chitarra classica al Conservatorio a Parigi, continua con un noto e stimato poeta. 

Il prof. Raffaele Urraro è poeta e saggista, con una forte predisposizione alla semiologia e alla linguistica, specializzato in Giacomo Leopardi (autore tra gli altri testi di “Giacomo Leopardi. Le donne, gli amori”). Collabora per diverse riviste letterarie e ha all’attivo svariate pubblicazioni, tra cui citiamo “Ero un ragazzo scalzo nel cortile” per la poesia e “La fabbrica della parola” per la saggistica

La poetica di Urraro è percorsa da un amore viscerale per la parola: un amore vissuto in tutti i suoi aspetti, dal trucco e la menzogna (“le tue parole anche se / truccate nello sguardo / e imbellettate con astuzia”). Eppure, nonostante questo sforzo di mascheramento, la parola non conosce colpa per il professore. Tutti i trucchi e gli inganni sono opera piuttosto della mente: “Di tutti gli arabeschi /calati sulla pagina bianca /di tutti i nostri giochi /costruiti con un po’ di fantasia /la parola è incolpevole”.

È tale l’amore per la parola che sovrasta quello per l’uomo tant’è che alla preoccupazione intimamente umana della morte il poeta risponde preoccupandosi della sorte delle parole e non del corpo:

 

ho ancora parole da dire

sulla punta della penna

e se tu mi porti via

anche le parole moriranno

 

Né tanto meno è il buio a far paura (come assenza di visibilità) quanto piuttosto il silenzio come fine della voce: “Dove non avrei paura del buio /ma dell’assoluto silenzio che s’imbrina /come foglia di ghiaccio”.

La parola è amante, innamorata, a tal punto che Urraro la vede nelle vesti della luna, proprio come fa il fidanzato che cerca il volto della sua donna nel cielo: “Si vede soltanto il chiarore della luna /che sembra un velo di seta /o il contorno allusivo di una parola”. Non quindi il desiderio egocentrico di vivere in eterno attraverso la parola ma di vivere ancora per far vivere la parola.

Raffaele Urraro a sinistra nella foto di Massimo Capodanno

 

 
 
 
 

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