Napoli. Protesta choc al Monaldi: manichino giù dal terrazzo. Paura in corsia, sul posto polizia e vigili del fuoco

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Napoli. Un manichino che vola giù dal terrazzo di copertura dell’ospedale dove è in corso una manifestazione di lavoratori che minacciano di suicidarsi. Una protesta choc quella inscenata ieri mattina al Monaldi da 172 operatori socio sanitari che prestano servizio come borsisti presso l'azienda Ospedale dei Colli (Monaldi-Cotugno-Cto). Dopo aver lanciato il pupazzo dal terrazzo, i lavoratori ospedalieri hanno urlato una minaccia: «Adesso ci siamo limitati a buttare giù un manichino di stracci. Ma, se qualcuno non ci darà ascolto, il prossimo sarà uno di noi». Ed ecco le ragioni della protesta inscenata ieri mattina sotto gli sguardi di medici e pazienti: «Da quattro mesi – dicono i lavoratori – non percepiamo il nostro compenso pari a circa cinquecento euro. Ci scusiamo per il disagio che stiamo creando ai pazienti e all'utenza. Ma quatto mesi senza stipendio cominciano a essere veramente troppo e soprattutto ci privano di qualunque garanzia di sopravvivenza» hanno poi spiegato alcuni rappresentanti sindacali dei lavoratori. Sul posto sono accorsi immediatamente i vigili del fuoco che, in via del tutto precauzionale, hanno gonfiato un pallone per ammortizzare l'eventuale caduta dei lavoratori che, nonostante le molteplici rassicurazioni, continuavano a minacciare di lanciarsi nel vuoto insegno di protesta. I manifestanti, dopo aver lanciato il manichino, hanno srotolato una serie di striscioni che hanno attaccato alle finestre dell’ospedale vomerese con su scritto: «No al lavoro interinale» e «Lavoro definitivo e subito». Gli operatori sociosanitari – spiegano gli animatori della protesta inscenata ieri mattina – lavorano presso la struttura ospedaliera dallo scorso mese di gennaio nell'ambito di una «work experience» che terminerà alla fine di luglio. «Anche se – assicurano – fino a questo punto non abbiamo ancora percepito nessun contributo. Con le conseguenze che si possono facilmente immaginare». «I manifestanti – è scritto in una nota consegnata a pazienti e medici – contestano che le Aziende sanitarie pubbliche utilizzano canali preferenziali per assumere operatori sociosanitari attraverso agenzie interinali come la Gesco con costi di gran lunga superiori a quelli comportati dall'assunzione vera e propria di personale». (Il Mattino)

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