Sorrento, la collina dopo un ulteriore smottamento si riconferma zona ad alto rischio idrogeologico. foto

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Continuano a registrarsi lungo la zona collinare numerosi smottamenti che, ancora una volta, stanno a dimostrare, di fronte ad eventi meteorologici di forte intensità ed alla incuria da parte delle Autorità di controllo, la fragilità del nostro territorio.

Sorrento – Un altro grosso albero è franato la scorsa notte sul tratto della strada statale 145 che attraversa la zona collinare del Comune di Sorrento, nella frazione di Priora, denominato Nastro Verde. Erano circa le 04,30 quando la strada è stata improvvisamente invasa da una grossa pianta di ulivo che ha trascinato sulla carreggiata un notevole quantitativo di terriccio, bloccando la circolazione. Immediatamente alcuni automobilisti di passaggio hanno avvertito le Autorità ed in breve sono accorsi sul luogo i Vigili del Fuoco che hanno sgomberato la strada permettendo la normale circolazione. Un altro pericoloso evento verificatosi a distanza di pochi giorni da quando un’altra pianta di ulivo franò sulla stessa statale. Il ripetersi di tali fenomeni, a causa anche delle incessanti piogge di questo inverno, dovrebbe far preoccupare non poco le nostre Autorità preposte al controllo del territorio. Poiché di fronte ai continui eventi meteorologici di forte intensità sarebbe opportuno una grande opera di monitoraggio del territorio comunale che è pur sempre classificato ad alto rischio idrogeologico. In Italia circa 3660 comuni sono a rischio idrogeologico ed in tale lista Sorrento e l’intero territorio della Penisola Sorrentina occupano un posto di rilievo. Problematica dovuta per una parte alla morfologia del nostro territorio ma soprattutto perché quest’ultimo, tuttora è sfruttato e abusivamente cementificato senza che le Autorità locali e le  Istituzioni adottino delle politiche per la sua tutela. Sarebbe quindi opportuno che si intervenisse al più presto sulla messa in sicurezza del nostro territorio, adottando provvedimenti drastici in tal senso. Con il monitoraggio e la manutenzione degli alvei, la sorveglianza continua dei corsi d’acqua, la rimozione di ostacoli al naturale deflusso delle acque ed ostacolando con fermezza ed in modo definitivo l’abusivismo edilizio. Proprio il fenomeno della speculazione edilizia in molti casi, come è stato ampiamente dimostrato, è conseguenza diretta del rischio idrogeologico. Purtroppo sul nostro fragile territorio sembrerebbe che lo si continui ad ignorare e non ostacolare con la dovuta fermezza. In particolare nella zona collinare del territorio comunale, proprio lungo la statale 145, teatro degli ultimi smottamenti, intere aree sono state artificialmente rese idonee per la realizzazione di strutture abusive, in alcuni casi a mero scopo speculativo. Realizzando costruzioni nei posti più disparati, come nell’alveo di un importante rivolo che per un tratto è stato tombato e cementificato senza che le autorità preposte, sebbene le strutture siano in forte evidenza, siano intervenute in modo drastico. Mentre ignorando i pareri di Enti come l’Autorità di Bacino, Anas, Genio Civile circa il parere idraulico e le distanze come dettato dal R.D. 523/1904, altresì si è permesso, come in altri casi, il rilascio di licenze amministrative per attività commerciali. Insomma, sebbene si sia in presenza di una zona sottoposta a vincolo paesistico-ambientale e classificata dall’Autorità di Bacino del Sarno nel piano di Stralcio per Assetto Idrogeologico "Zona P3, a Pericolosità da dissesto di Versante elevata con conseguente eventuale Rischio R4,molto elevato in presenza di costruzioni", sembrerebbe che sia l’Amministrazione che le Autorità di controllo abbiano totalmente ignorato per anni tali norme. Quindi anche una problematica relativa al territorio, come il dissesto idrogeologico, sembrerebbe essere vincolata ad uno dei principi fondamentali della nostra democrazia, ossia il rispetto delle regole. Un fondamento che benché se ne dica sembrerebbe essere costantemente dimenticato da coloro che sono chiamati a farlo rispettare. Altrimenti non si spiega come  talvolta gli stessi Sindaci, gli Uffici Tecnici ed Uffici del Commercio comunali, possano aver avallato determinate situazioni. Mentre proprio da tali autorità e dai nostri sindaci in particolare, che coprono nei comuni il ruolo di primi Responsabili per la Protezione Civile, dovrebbe arrivare l’insegnamento che un territorio protetto e tutelato costituisce, oltre ad una fonte inesauribile per il nostro turismo, di sicuro una buona protezione idrogeologica. Se invece si sottrae ad esso il libero deflusso delle acque costruendo sugli alvei, deviando e persino tombando il naturale percorso di queste ultime, permettendo una continua cementificazione dei suoli, il taglio forsennato di alberi e l’incuria dei nostri boschi ci troveremo senz’altro di fronte a tragedie provocate da disastri idrogeologici. Come sempre più spesso si stanno verificando in tutt’Italia e dai quali – si ribadisce – il nostro territorio non è affatto immune. Ancora si ricordano i numerosi eventi franosi che colpirono proprio la zona collinare, durante gli anni sessanta e verso la metà degli anni novanta. Una zona quella di Priora e Li Schisani ricca di sorgenti, dove hanno origine i nostri rivoli, la cui presenza ed il loro stato sono fondamentali contro il rischio idrogeologico in quanto, oltre a seguire il loro naturale percorso, raccolgono le acque che durante i sempre più frequenti nubifragi ed a causa della continua cementificazione del suolo, allagano le strade secondarie e l’intera strada statale SS 145 che in tali occasioni somiglia più ad un torrente. Proprio in relazione allo stato attuale dei rivoli di tutto il territorio comunale, vista l’inerzia da parte dell’Amministrazione, è in atto da parte del Genio Civile di Napoli una grossa operazione di ispezione e di controllo delle distanze di  tutte le costruzioni in prossimità degli alvei. Azione promossa dalla Sezione sorrentina dell’Associazione "Antonino Caponnetto" a seguito di numerose denunce da parte dei cittadini. Di fronte ad episodi tragici che sempre più spesso si verificano a causa delle calamità meteorologiche bisognerebbe che proprio gli Enti locali fossero molto più responsabili. Bisognerebbe capire che l’abbandono e la cementificazione del nostro splendido territorio, che rappresenta un pilastro portante della nostra economia turistica, significa anche un costante pericolo a cui tutta la comunità sorrentina è costantemente soggetta. A tale proposito le problematiche relative al dissesto idrogeologico rientrano nei primi provvedimenti a cui il Governo Renzi si appresterebbe a porre l’attenzione. Tuttavia si è convinti che determinate situazioni non possono essere risolte senza una forte collaborazione ed iniziativa da parte degli enti locali e dai sindaci e dirigenti in primis. Necessita pertanto una forte assunzione di responsabilità nel fare rispettare le norme oltre ad una chiara volontà, soprattutto politica, di cambiamento. 01 marzo 2014 – salvatorecaccaviello positanonews.

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