IL LEADER DELL´AGPG ALVITI: DISANIMA SUL MONDO DELLA VIGILANZA PRIVATA foto

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    Nel mondo dei lavoratori cosidetti privati, spicca la figura della guardia giurata, una figura ibrida eternamente sospesa tra l’essere carne o pesce e retta da un Regio Decreto datato 1931. Nel corso degli anni abbiamo visto una grande perdita di posti di lavoro, aziende che chiudono e aziende che aprono. In Italia su 48000 operatori gpg ci sono 41000 uniformi diverse, tanto per rendersi conto di come sia un’armata brancaleone l’intero comparto che alla fine non garantisce nessuno e alle guardie si addice più il nome di operaio con la pistola che di guardia. E’ paradossale ma se leggiamo e applicchiamo le leggi è così. La ritorsione è l’arma preferita dalle aziende che, tramite i propri kapò, riescono talvolta (quasi sempre) a piegare il povero operatore gpg che o richiede i suoi diritti o è antipatico solo perché sa una cosina più dell’altro e può diventare un “pericolo”. L’operatore che abita nella zona chiamamola “A” di una città, spostiamolo a lavorare magari senza neanche straordinario nella zona “Z” della città, cosi piegandolo economicamente e mortificandolo di fatto nell’operato. L’azienda di turno consegue il suo obiettivo. La Vigilanza è questa… e quei pochi operatori che dissentono vengono isolati e la non coesione delle guardie fa della vigilanza privata un enorme calderone dove la frase “la legge è uguale per tutti” è solo una utopia…

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