Massa Lubrense strada a rischia sos degli abitanti

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 Massa Lubrense. Basta un modesto temporale per trasformare via Rivoacasa in un fiume in piena. Quella stradina, un vicolo cieco nel centro storico della Villarco, fa molta paura agli abitanti ed agli artigiani della zona poiché quando il rivolo tracima dalla sua vasca di raccolta, che si trova all’interno di un podere, allaga abitazioni, depositi e laboratori artigianali. Inoltre c’è il pericolo che, se toccati per caso, i fili di una motopompa elettrica immersa nella vasca potrebbero provocare una tragedia. Quel rivolo è uno dei tanti che scendono dai fianchi delle colline di Acquara, Pastena e Sant’Agata sui due Golfi e s’ingrossa non solo con l’acqua piovana ma anche con quella della vasca di raccolta costruita all’interno dell’ex fondo agricolo dei gesuiti, e perciò chiamato «il Gesus». La vasca serviva non solo ad irrigare il fondo agricolo, realizzato intorno al ‘600 dai gesuiti di padre Vincenzo Maggio, i primi ad importare in penisola sorrentina i limoni dal Medio-Oriente, ma anche per le necessità del «Collegio di San Giuseppe» e per lavare i limoni da impurità. Dalla masseria del fondo del «Gesus», giunta nei secoli agli attuali eredi della famiglia Fusco-Minieri, i limoni, che davano lavoro a decine di famiglie, erano famosi ed apprezzati oltre che nel Nord-Italia anche in Europa e negli Stati Uniti d’America. Fino al secondo dopoguerra venivano quotati sulla Borsa di Londra dagli acquirenti di Oltre-Manica. Con gli affari d’oro dei limoni del «Gesus» la vasca di raccolta crebbe fino a diventare una vera «camera dell’acqua» da cui attingeva il prezioso liquido gran parte delle famiglie della zona. Attualmente il limoneto del «Gesus» versa in condizioni di abbandono ed il rivolo, ingrossato dalle copiose piogge e privo di interventi anche di normale manutenzione da parte delle istituzioni, nella sua discesa verso Marina Lobra malgrado esposti, solleciti, e denunce ha provocato e provoca ingenti danni. In proprietà della signora Rosaria Visetti, tra gli eredi dello storico Gino Doria, oltre ad allagare la cantina e parte dell’abitazione ha provocato crolli di muri di cinta e dissesti a altre aree coltivate: simili danni, lamentati da altre famiglie, hanno fatto aumentare di numero i contenziosi con l’amministrazione comunale di Massa Lubrense, la quale non ha fondi a sufficienza per risolvere i problemi. Nel proseguire la sua corsa verso via Roma dopo aver causato danni a muri e terreni il rivolo, giunto nella parte finale dell’ex fondo del «Gesus», diventa oltremodo pericoloso con la sua cascata nella sottostante vasca dalla quale poi esonda poiché lo sportello di metallo che dovrebbe tenerla chiusa è invece sempre aperto per la mancanza d’un lucchetto. Per le mamme della zona quella vasca, profonda almeno qualche metro, anche d’estate è un continuo pericolo per i bambini che potrebbero finirci dentro; inoltre all’imbocco della vasca che resta sempre incustodita c’è un motore per una pompa sommersa connessa ad un impianto elettrico. La protesta delle famiglie del centro storico della Villarco, dove si trovano edifici di Materne, Elementari e Medie sta facendo il giro dei social-network sperando che il Comune, il comando dei vigili ed il servizio della protezione civile intervengano per le proprie competenze a risolvere i problemi lamentati. Timori e speranze si nutrono oltre che a Puolo dopo la frana di due mesi fa sulle rampe Sant’Anna anche in via Caselle e via Tore di Casa tra Marciano e Termini per i continui smottamenti di terreni e crolli di muri provocati dalle ultime piogge.  Gennaro Pappalardo Il Mattino

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