GRANDE NAPOLI HAMSIK – CANNAVARO E CATANIA KO.ALL´ORA DI PRANZO TUTTI A TIFARE CHIEVO. FOTO VIDEO foto

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     Il bacio di Marek, la carezza di Cannavaro. La prima notte del 2013 al San Paolo è un tuffo in fondo al cuore, un canto che si alza al cielo e parla d’amore. L’urlo di Fuorigrotta scuote la terra, è un sabato sera dal lungo brivido che attraversa la schiena ed arriva fin sopra le nuvole, sospeso leggero nel battito di 6omila anime unite da un unico, meraviglioso desiderio. Hamsik si inserisce nello spazio che c’è tra l’orizzonte e le stelle, apre la porta della gloria e accende l’emozione a fior di pelle. Poi il destino si presenta puntuale all’appuntamento. Un mese da incubo spazzato dalla magia di un bagliore azzurro. Paolo Cannavaro si riprende l’abbraccio della sua città della sua gente. Un gol che brilla come un diamante e poi sotto la Curva a braccia levate, più in alto di tutti come un Gigante! E’ la notte più romantica dell’anno. Gli occhi brillano di una Luce che parla di eterno. Il bacio di Marek, la carezza del Capitano. Sei milioni di cuori ed un sogno napoletano!

    Partita non facile per il Napoli contro il Catania,ma poi la forza del Napoli e la gran voglia di vincere viene fuori. Il Napoli batte il Catania al San Paolo e aggancia la Juve in testa alla classifica.Oggi tutti davanti al televisore a tifare Chievo nell’anticipo dell’ora di pranzo. Vittoria da grande contro un avversario tutt’altro che semplice. Gli azzurri dimostrano di non soffrire di vertigini e si candidano in maniera sempre più autorevole per lo scudetto. Decisivo l’uno due nel primo tempo di Hamsik e Cannavaro, i due «capitani», il vice e quello storico. Mazzarri non cambia modulo per sopperire alle assenze degli squalificati Britos e Campagnaro, conferma la difesa a tre e sceglie Grava a destra in marcatura su Gomez, al fianco di Cannavaro, centrale su Bergessio, e Gamberini sul centrosinistra. Zuniga resta al suo solito posto, esterno sinistro di centrocampo e costringe Barrientos a ripiegare sulla difensiva per contenerlo. Già perché il Napoli contro il Catania prova a sfruttare le fasce e anche Mesto a destra spinge molto.


    Pandev si piazza tra le linee e viene guardato in prima battuta da Lodi e poi da Rolin, il macedone però è vivo e si capisce subito, dalla prima giocata dopo appena quindici secondi, azione partita dalla palla al centro degli azzurri. Bravo spalle alla porta a tenere palla e a guadagnarsi un gran numero di punizioni. Cavani, il terminale più avanzato, finisce nella morsa di Spolli e Rolin (al centro della difesa non c’è Legrottaglie, assente dell’ultima ora). Hamsik parte più largo a sinistra dove lo fronteggia Bellusci. Gioco delle coppie a centrocampo completato dai duelli tra Behrami, al rientro della squalifica, e Izco e Dzemaili, confermato dopo la bella prestazione di Parma e preferito a Inler, con Biagianti. Piove al San Paolo (anche in tribuna stampa) e fa freddo, campo scivoloso ma il Napoli gioca comunque palla a terra provando a trovare spazio soprattutto sulle fasce. Il Catania di Maran si mantiene corto e in fase difensiva si abbassano Gomez e Barrientos. Il Napoli attacca con pazienza per non concedere spazi alle letali ripartenze del Catania, cerca il varco giusto per colpire. E il varco giusto lo trova al 30’, merito ancora di Zuniga, tra i più attivi. Il colombiano sfonda a sinistra e il suo tiro diventa un passaggio gol per Hamsik, bravo a sbucare alle spalle dei difensori e a segnare la rete numero 9 in campionato. Dopo il vantaggio il match si infiamma. Il Catania protesta per un fallo di mani di Zuniga, infrazione che c’è ma il colombiano viene prima spostato in elevazione. La ripartenza micidiale porta Dzemaili in zona tiro dall’altro lato, necessario un fallo per fermarlo. 


    La conseguente punizione di Cavani (37’) sbatte contro la traversa. Ancora nervosismo, Grava smanaccia Gomez. Si accende un lungo parapiglia con l’ammonizione del difensore casertano. La squadra di Maran si affaccia per la prima volta con grande pericolosità con Barrientos, tutto solo tira fuori. L’ultimo sussulto del primo tempo è però ancora del Napoli, numero di Hamsik a sinistra, palla forte e tesa in mezzo, un assist perfetto e Paolo Cannavaro che, in versione Cavani, non sbaglia. Il capitano festeggia in maniera definitiva il ritorno dopo la squalifica e lo fa ancora contro il Catania, squadra che evidentemente gli porta bene, fu suo il gol vincente dell’1-0 nel 2010, anno della qualificazione in Europa League. Ancora proteste del Catania a inizio ripresa. Bergessio segna di testa da angolo, l’arbitro convalida ma la rete viene annullata un istante dopo per la segnalazione dell’assistente di porta Nicoletti, segnalazione giusta perché il centravanti argentino prima di segnare mette giù Zuniga. Il Catania sotto di due gol fa più gioco, gli azzurri provano a non farsi schiacciare troppo e a proporsi in ripartenza ogni volta che possono. Si fanno applaudire anche De Sanctis e Cavani in versione difensiva. Un Napoli non solo qualità ma anche tutto cuore.

     

     

     LE PAGELLE

     De Santis:Impiega gran parte del tempo a riscaldarsi dal freddo e dalla pioggia. Poi comincia a guadagnarsi la pagnotta a metà primo tempo con un tuffo-show con cui colpisce di testa ed evita guai più seri alla retrogardia azzurra. Nella ripresa tanta ansia ma il Catania non crea mai seri pericoli alla sua porta.

    Grava.Compirà trentasei anni il prossimo 11 marzo. Non giocava titolare da dieci mesi. Arcigno, anche se non proprio diligente e preciso. Ma basta e avanza per annullare il pericolosissimo Gomez nel primo tempo. Anche nella ripresa non si smarrisce e non perde mai la bussola. Rischia il rosso, e questo gli costa mezzo voto

    Cannavaro:La accelerate di Barrientos gli vanno qualche fiatone, ma regge bene sia perché è in condizioni fisica eccezionali sia perché la sua esperienza lo trasforma in un autentico leone. Poi fa anche gol nel giorno del suo ritorno al San Paolo, e non c’è nulla di meglio per dimenticare lo stop di un mese.

    Gamberini:Gran mastino, compie sempre interventi puliti e non corre mai inutili rischi neppure quando il Catania aggredisce in maniera più incisiva una volta andato sotto nel punteggio. Con Cannavaro alla seconda partita da titolare dopo il rientro dalla squalifica e l’esordio stagionale di Grava, è elemento di continuità.

    Mesto:Spinge bene sulla fascia di destra e tiene a bada Capuano. In difficoltà solo quando la stanchezza accumulata con i minuti di gioco si fa un po’ sentire, ma tanto lavoro oscuro soprattutto quando il pallone ce l’hanno gli altril. Davvero molto bello il cross su cui Cavani arriva in ritardo di testa, sfiorando la terza rete.

     Beharami:Izco tocca una quantità industriale di palloni ponendosi come punto di riferimento e lo mette spesso in difficoltà. Forse anche troppo, considerando che la prova del catanese non è poi di quelle poderose. Lo svizzero ci mette il suo arguto ingegno, anche se gli errori in appoggio sono numerosi.

    Dzemaili:Bene per un’ora. Lui è fatto così. Testa alta e buon piede, poi i catanesi usano di più la clava e lui va in sofferenza: il campo non lo aiuta, per caratteristiche ma il centrocampista non delude le attese di Mazzarri che gli affida l’incarico non certo semplice di inseguire Lodi e tutti i blitz dei mediani siciliani.

    Zuniga:Elettrico. Fa l’assist, più o meno volontario, per il tapin di Hamsik. Poi rischia il patatrac nella sua area con la folle manina che tocca la palla. Ed è lui che subisce il fallo da Bergessio che convince l’assistente di porta a non convalidare la rete. (38’st Armero. Non si giudica uno come lui in 7 minuti).

    Hamsik:Il migliore, senza dubbio. Spietato, gioca da regista arretrato, segna il gol del vantaggio inserendosi con la consueta maestria dinanzi al portiere, serve il pallone al capitano per il 2-0. Non è che sia una serata assai semplice per lo slovacco, che pure spreca tanto e corre meno del solito. Ma c’è sempre, nei momenti chiave della gara.

    Pandev:Inceppato per gran parte del primo tempo, poi si sblocca soprattutto quando vede i difensori etnei Spolli e Rolin preoccuparsi più di fermare Cavani che lui. Sgomita come un forsennato nel muro del Catania alzato da Maran sulla trequarti, poi qualche errore lo fa. Ma non è facile giocare su un campo così pessimo.

    Cavani:Il rumore della traversa colpita è il tuono più rumoroso di una serata in cui il Matador non riesce a brillare come suo solito. Soffre la ragatela del Catania. Oddio, non gioca male, ma lui è Cavani e allora una partita normale lascia sempre tutti un po’ perplessi. La sua serata brilla con alcuni provvidenziali interventi in difesa.

    Insigne:Entra quando il Catania apre davanti a sé delle praterie, quando il Napoli pare avere tutte le intenzioni di far male nelle ripartenze: ma non punge mai. non è la serata migliore questa per il baby di Mazzarri per far capire al tecnico che merita un posto in prima fila in questo Napoli. Finale elettrico con tanto di polemica con Maran.

    Inler:Quando entra in campo la gara è già ben che chiusa. Gli pesa il fatto di essere stato escluso dalla formazione iniziale, probabilmente ci pensa a lungo durante i minuti in cui è in campo. Ha il compito da fare da argine al forcing finale del Catania. Lo fa inserendosi nelle trame di gioco in maniera diligente e silenziosa.

     

     

     

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