Mare Nostrum gli armatori si confrontano a Sorrento in un momento di crisi

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 Mare Nostrum gli armatori si confrontano a Sorrento in un momento di crisi.  Un’edizione che apriamo con un po’ di ansia”. Così Giuseppe Bottiglieri ha aperto il convegno Mare Forum, l’evento che da otto anni riunisce a Sorrento gli armatori di tutta Europa per fare il punto sulla situazione. Un’edizione caratterizzata dalla difficoltà nel fare previsioni anche se i dati sulle attività industriali dei principali paesi del mondo non mancano. “Quo vadis?” è il titolo del convegno internazionale: dov’è e dove vanno mercato e armamento? Un’edizione caratterizzata dall’ansia, come ha affermato Bottiglieri, rispetto alla crisi e soprattutto rispetto a quali saranno le evoluzioni future. E’ veramente difficile fare previsioni, questo potrebbe essere il sottotitolo a “Quo vadis?”. I primi interventi, dopo i saluti di Giuseppe Bottiglieri, sono stati quelli di Umberto Masucci, vicepresidente della Federazione del Mare, Ugo Salerno, ad del Rina, e Nicola Coccia, presidente della commissione finanza di Confitarma. L’armamento italiano. Masucci ha presentato una ricerca del Censis focalizzata sullo shipping nostrano. Se si guarda ai dati, lo stato di salute è più che positivo. Nel 2011 la “ricchezza” del settore è stata pari al 2,6% del Pil con 39,5 miliardi di euro. Gli investimenti sono stati superiori ai 13 miliardi (quasi il 5% degli investimenti totali della nazione) e l’occupazione diretta e indiretta è stata di 500mila unità. L’Italia è il primo “porto” d’Europa per import-export complessivo con 250 milioni di tonnellate movimentate rappresentando più di un quarto (27%) del cluster marittimo del Vecchio Continente. Nelle crociere ha movimentato, sempre nel 2011, 6,7 milioni di passeggeri. Il nostro paese è leader per flotta ro/ro e la crescita del cluster del mare negli ultimi 15 anni è stata del 65% nel Pil e 60% nell’occupazione. Guardando alle regioni, figurano sul podio per flotta e attività, Liguria, Campania e Friuli-Venezia Giulia. Brics e paesi emergenti. L’analisi di Salerno si è soffermata sul prodotto interno lordo dei paesi industrializzati, in particolare su quelli emergenti, che ormai tanto “emergenti” non sono più. “Il Pil mondiale cresce del 2,5% e Olanda, Italia e Grecia sono le nazioni cresciute di meno” ha esordito Salerno. Gli Stati Uniti sono il paese che ha già raggiunto una certa stabilità, soprattutto per quanto riguarda i consumi che stanno tornando a crescere. Il sistema Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) è stato quello maggiormente analizzato dall’ad del Rina. La “banca dei Brics”, annunciata nell’ultima convention dei cinque paesi svoltasi a New Delhi a marzo, è una delle novità più interessanti da parte di un gruppo di nazioni che, ha affermato Salerno, “cresceranno più del 50% rispetto a tutti gli altri”, anche se il Brasile quest’anno crescerà in misura inferiore rispetto alle aspettative. Per quanto riguarda lo shipping, le notizie sono buone sulla crescita, meno sui mercati. “La crescita dei Brics andrà di pari passo con il loro protezionismo” sintetizza infatti Salerno. Dalla Cina per esempio, ci si dovrà aspettare molta cautela dagli armatori soprattutto nell’import. Il Brasile, con i suoi grossi giacimenti di petrolio, sarà uno dei principali paesi nel trasporto liquidi. Tutti questi fattori, per quanto possano spingere l’economia mondiale, la renderanno sicuramente meno liberalizzata rispetto al passato. Le banche. Il presidente della commissione Finanza di Confitarma, Nicola Coccia, ha infine presentato una ricerca Abi sul rapporto tra le banche e gli armatori italiani. L’armatore italiano medio è quello che possiede 10 navi fino a un massimo di circa 25 unità. “Il settore dello shipping è caratterizzato da un default decisamente inferiore a tutti gli altri – ha detto Coccia – così le banche sono tutto sommato disposte a sostenere il settore, l’unica cosa che ci chiedono è una maggiore professionalità nella gestione finanziaria e una migliore trasparenza”. Demolire, demolire, demolire. “Se si avesse l’assicurazione di demolire la nave già nel momento in cui la si costruisce la situazione sarebbe differente”. Peppino D’Amato, presidente di Perseveranza di Navigazione, sottolinea così l’esigenza principale delo shipping in questo momento di crisi, parafrasando la forumla dell’allora procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli (che a sua volta parafrasava Vittorio Emanuele Orlando). Paolo Bosso Informatore Marittimo

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