Gragnano abuso edilizio sotto inchiesta un ex consigliere comunale di Patriarca

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    Francesco Fusco Gragnano. I commissari prefettizi del Comune hanno firmato ieri mattina, su mandato della Procura di Napoli, tre ordinanze di demolizione per altrettanti manufatti abusivi realizzati in due zone periferiche della città. Gli immobili in questione ricadono nell’area compresa tra le frazioni Sigliano e Castello e, tra i destinatari delle ordinanze di demolizione, c’è anche un politico locale, già consigliere dell’amministrazione Patriarca (Pdl) sciolta per infiltrazioni camorristiche. Secondo i magistrati avrebbe realizzato una sopraelevazione abusiva. Ma ad andare giù sarà anche una prima abitazione e un capannone, adibito ad attività commerciale. Queste ordinanze si aggiungono alle altre tre sentenze esecutive che, nei giorni scorsi, sono state notificate a tre cittadini di Pimonte. La situazione resta dunque molto delicata, visto che la nuova ondata di abbattimenti obbligherà, sui Lattari, altre famiglie ad abbandonare la propria dimora. Intanto cresce la rabbia tra gli esponenti dei comitati antiruspe, acuita dalle varie bocciature relative alla riapertura dei termini di istanza per il condono 2003. «Ci troviamo di fronte all’ennesimo flop della politica – afferma Michelangelo Scannapieco, leader di Diritto alla Casa e tra i promotori del neonato coordinamento regionale antiruspe -. Purtroppo le promesse degli ultimi anni sono state disattese. Ma noi non ci arrendiamo e, proprio in queste ore, ci stiamo organizzando per mettere a punto nuove iniziative di protesta». Il primo banco di prova per il neonato movimento sarà la manifestazione a Napoli, sotto palazzo Santa Lucia, programmata per il 22 maggio prossimo. Tre le richieste inoltrate ai rappresentanti delle istituzioni: l’approvazione di un decreto ad hoc, in grado di fermare immediatamente le ruspe; un progetto per consentire ai proprietari delle abitazioni demolite di riedificare in una zona sicura. Infine, la rideterminazione dei vincoli territoriali, giudicati troppo imponenti e, quindi, da riprogrammare Il Mattino

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