Bar e ristoranti chiusi, parcheggi carissimi e fantasie metropolitane, le bufale su Positano

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Bar e ristoranti chiusi, parcheggi carissimi e fantasie metropolitane: le bufale su Positano. Cosa spinge a parlare della perla della Costiera amalfitana inventandosi le notizie? Quella vera, grande e clamorosa, l’abbiamo scritta con tanto di foto e nomi, riguarda la chiusura del più grande ristorante della spiaggia di Positano “L’incanto” che, senza entrare nel merito del giudizio degli abusi, ha messo in mezzo alla strada decine di operai. Ma ogni tanto leggiamo sul “chiacchiericcio” di siti, giornali, blog che ci sono pizzerie, ristoranti e bar chiusi. Dove non è dato sapere. Non solo, si sono inventati scarcerazioni fasulle che non esistono, ci mancano solo gli UFO. Ma Positano non solo è la cittadina più mediatica – e lo dimostra Positanonews, il quotidiano online locale più visto delle costiere della Campania (e non solo oltre al Cilento, costiera amalfitana, penisola sorrentina, neanche a Capri e Ischia si possono contare tante visite in Italia e all’estero) – ma anche la più interessante per spot (basti pensare al bellissimo Couture che sta girando su canali nazionali) e invenzioni della stampa, fra l’altro anche nazionale. Basti pensare alla vicenda del Vallone Porto salvato dal WWF, Posidionia e Gea, grazie alla bocciatura del progetto da parte dell’attuale sindaco De Lucia, che si dice salvo per un miracolo della natura (?) o ai parcheggi ritenuti i più cari d’Italia quando invece i prezzi sono grosso modo allineati con altre località turistiche, fra l’altro con tariffe ben in vista, anzi in alcuni posti davvero più cari (Portofino ma anche al centro di Napoli sul Vomero, per esempio), per non parlare della Moda Positano a Gragnano, Paestum o altrove. Costruirsi le notizie non è da oggi ed è anche un vizio internazionale, basti pensare ad alcune stragi nell’ex Jugoslavia completamente inventate rilanciate da agenzie russe, interessate, riprese da tedesche e con un copia e incolla internazionale arrivate in tutto il mondo. Ma se si tratta di piccole realtà il giornale locale può e deve verificare di persona ed è qui che viene dato il successo di una testata, la sua lettura è indice di affidabilità e di presenza sul territorio ed ancora di più di imparzialità. 

P.S.: In questi giorni ci sono stati dei controlli al ristorante pizzeria Saraceno d’ Oro a Fornillo qualche settimana fa, poi al bar Mulino Verde in piazza dei Mulini ieri sera. In entrambi i casi sono stati contestati gli spogliatoi, solo il Mulino Verde per far i lavori ha chiuso  i locali. Il Saraceno d’ Oro, che si trova proprio sotto la casa del direttore di Positanonews, non è stato chiuso mai neanche un minuto. La persona liberata (G.R.) secondo altri giornali è ancora, purtroppo, e secondo noi ingiustamente, iancora n carcere. (esattamente a Secondigliano)  Positanonews ha fatto bufale, ma volute, nel caso del presunto sequestro a Ravello dell’auditorium Oscar Niemeyer per “l’altezza” delle sedie rispetto al Presidente della Fondazione Ravello (l’ex Ministro Renato Brunetta), ma era un pesce d’aprile (fatto il primo aprile, la notizia era “riconoscibile” come celia e poi dopo tre ore lo abbiamo detto e sottolineato non aspettandoci tanti riscontri). Se facciamo degli errori li riconosciamo, come fanno le grandi testate, perchè il dialogo con il lettore viene al primo posto. La realtà ci interessa più della burocrazia. Il ristorante l’Incanto chiuso è chiuso (come abbiamo detto e ridetto e fotografato), la strada da Positano per Piano di Sorrento è chiusa solo per la burocrazia e per i poveri cristi di pendolari che devono usare i mezzi pubblici (e pure questo lo abbiamo documentato e fotografato). Positanonews fa la differenza, perchè la differenza la fa il rapporto con il territorio, il raccontare i fatti con imparzialità, il mettere il lettore e la notizia al primo posto. E il web non inganna, per questo siamo i primi, continuiamo ad esserlo e stiamo crescendo ancora in maniera vertiginosa. Ma anche il fatto che Positano è oggetto di “bufale” è una notizia. Per questo ne parliamo.

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