PIANO DI SORRENTO MAMMA ORCO PROSTITUIVA FIGLIA A VICO EQUENSE SI DIFENDE IN TRIBUNALE

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(Anteprima esclusiva Positanonews) – Ripreso il processo al Tribunale Oplontino nei confronti di Carla D.A., 53enne di Piano di Sorrento, nota alle cronache come “mamma orco”, disoccupata, e Ciro M., 51enne di Torre del Greco, noto come “l’orco”, in servizio alla stazione di Napoli corso Garibaldi, già detenuto agli arresti domiciliari l’estate scorsa per fatti connessi a questo processo. In aula l’imputato si è trincerato dietro a frasi del tipo “assolutamente no!”; poi ha insultato la minore, definendola un’invalida che non è mai andata a scuola, eppure risulta in possesso di licenza media, nonché frequentatrice nel 2007 del III anno di scuola parrucchieri in Piano. Poi,nonostante riconosciuto dalla moglie in udienza, Ciro M. ha nuovamente dimenticato il numero di cellulare in suo uso, anche per le conversazioni con l’imputata nel 2007, nonché per gli appuntamenti “hard” in Vico Equense; poi ha dichiarato che l’imputata si cambia i numeri sim card e che tuttora, però, si parlano telefonicamente, cosa che negò nel 2008 e che, invece, la minore confermò nelle udienze del 2011, aggiungendo anche che si incontrano a Napoli. L’imputato ha confermato l’amicizia tra lui, l’imputata e la “nota” Teresa di Seiano, donna che possiede una macchina “Lupo” color bianco e che faceva “servizi” insieme all’imputata. Ad una domanda dell’avv. Alfano: “chi gli piacesse tra l’imputata e le 2 figlie?”, ha risposto: “nessuna di loro”. Poi, ad altre domande, ha dichiarato: “mai visto la figlia maggiore”. Eppure, anche test “super partes” hanno dichiarato, sia agli inquirenti sia in udienza, che fin al 2004 stavano sempre insieme (la matriarca e le 2 figlie). Infine, presupponendo che i magistrati e il PM non frequentassero la Penisola Sorrentina, ha dichiarato che la stazione di Seiano ha il bar! Invece, insieme a Sant’Agnello, e’l’unica stazione che non ha (e mai ha avuto) il bar. L’imputato dice di non sapere il proprio numero cellulare e poi dice di sapere il numero in uso alla stazione San Giorgio, nel 2006, per sole 3 volte, che ci lavorò! Infatti dà, anzichè il numero di San Giorgio, quello di fax di Napoli: e si potrà pure verificare. L’imputato porta pure in visione un dattiloscritto, senza busta con l’eventuale grafia, che dice di non aver denunziato, ma che detiene dal 2008, con la quale gli viene fatta una richiesta estorsiva. L’avv.Alfano chiederà di verificare le impronte, poiché la sua assistita vive in una famiglia agiata, come risultò dall’escussione test inquirente del gennaio 2010; anzi, secondo il legale della minore, dal faldone si nota già dal 2004 che l’esperta in richieste estorsive era proprio l’imputata; infatti se ne trova traccia in più interrogatori tra il 2004 e il 2011. Comunque l’imputato, tempestato di domande sia dalla Corte sia dall’avv. Alfano, è finito in numerose contraddizioni, sia col suo precedente interrogatorio del 2008, sia con vari test e imputata; anche l’imputata, nonostante parlò a ruota libera avendo rifiutato di subire domande, entrò in contraddizione con più test. Altra frase dell’imputato: “sono innocente, ma se volete condannarmi, fate”. Questo mese una 12enne a Genova era ridotta in schiavitù ed ora sa dire solo poche parole, salvata da una telefonata anonima a “telefono azzurro”, arrestati i genitori. Perciò l’avv.Alfano ribadisce: “denunciate; chiedete aiuto alla Polizia, ai Carabinieri, all’assistente sociale o al mio sportello gratuito; spiegate bene e sarete protetti. Anche la mia assistita è stata protetta dallo Stato fino a 18 anni; poi da persone di mia fiducia che non temevano “mamma orco”, nè l’amante. Poi oggi esistono strutture che, a richiesta, proteggono anche maggiorenni.

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