LIBIA, A TRIPOLI FESTA PER GHEDDAFI: VOCI SU ACCORDO PER FINE OSTILITÀ -VIDEO

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     TRIPOLI – Le forze pro-Gheddafi hanno ripreso il controllo di Zawiya e Misurata e stanno marciando verso Bengasi. Lo ha detto la tv di stato libica. 

    RAID SU RAS LANUF Un aereo da combattimento delle forze armate libiche ha compiuto un raid sulla presso un posto di blocco degli insorti nella città petrolifera strategica di Ras Lanuf, causando crateri nella sabbia e una colonna di fumo. Lo riferiscono testimoni oculari secondo i quali sono stati lanciati due missili ma non vi sono state vittime nè danni.

    INSORTI: “MISURATA È NELLE NOSTRE MANI”  I residenti della città libica di Misurata, 200 km a est di Tripoli, hanno smentito oggi le notizie di fonte governativa negando che sia stata riconquistata dalle forze pro Gheddafi. «La città è sotto il pieno controllo dei rivoluzionari – hanno detto alcuni abitanti al telefono con la Reuters – Lo è da circa due settimane. Ora c’è calma e non ci sono combattimenti». La stessa fonte ha detto tuttavia di aver sentito «spari questa mattina presso l’aeroporto… Le brigate (di Gheddafi) sono là, ma sono circondate dai ribelli e hanno sparato a caso per terrorizzare le persone».

    GIALLO SU RAS LANUF Contrariamente alla tv di Stato libica, che vorrebbe la città di Ras Lanuf in mano alle forze pro.Gheddafi, i ribelli mantengono ancora il controllo di Misurata, Tobruk e la stessa Ras Lanuf. «Non ci sono stati combattimenti nella notte, la città è sotto il nostro controllo», hanno detto gli insorti alla France Presse. «Siamo diversi giornalisti in un albergo all’ingresso ovest della città e non abbiamo sentito il rumore di combattimenti», ha aggiunto un giornalista della France Presse.

    SPARI A TRIPOLI, POI ESPLODE LA GIOIA Prima i colpi di armi automatiche e di artiglieria, poi l’esplosione di gioia in città, con le strade invase di auto che suonano i clacson e sventolano bandiere verdi della Jamahiriya. È cominciato così il giorno a Tripoli, dove la televisione di stato ha annunciato poco dopo l’alba che l’esercito ha riconquistato numerose città ribelli, tra cui Al Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, e marcia ora verso Bengasi. Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, nella notte sarebbe stato raggiunto un accordo tra Gheddafi e i capi di alcune tribù per la fine delle ostilità. Le stesse fonti sostengono che il leader libico in persona farà un annuncio in tal senso nelle prossime ore. La tv di stato libica mostra incessantemente immagini di centinaia di persone in festa sulla piazza Verde, simbolo della rivoluzione gheddafiana. Scene di esultanza anche davanti all’albergo che ospita i giornalisti stranieri, nella zona sud di Tripoli, dove il traffico è completamente bloccato dalle auto che suonano i clacson e sventolano bandiere verdi. Si sentono ancora numerosi colpi di armi automatiche sparati in aria.

    VOCI SU ACCORDO FINE-OSTILITÀ 
    Secondo voci non confermate raccolte a Tripoli, si sarebbe raggiunto nella notte un accordo tra le tribù libiche per la cessazione delle ostilità. Le stesse fonti sostengono che gli spari sentiti stamani in città sono per festeggiare. Si dice che l’annuncio sarà dato da Gheddafi in persona nelle prossime ore.

    GHEDDAFI: “AL-QAIDA FA ACCORDI CON TERRORISTI RUSSI” Il leader libico Muammar Gheddafi ha detto in una intervista al settimanale francese Le Journal de dimanche che i terroristi libici di Al Qaida hanno preso contatto con i loro compagni in Russia per farli venire a combattere nel paese nordafricano. Gheddafi ha detto di aver appreso dai suoi servizi segreti che «la gente di Al Qaida ha gi… preso dei contatti con Dako Amirov, che guida il jihad in Russia». «Noi sappiamo che questi contatti esistono – ha aggiunto il leader libico – e che ci sono discussioni perch‚ questi (i russi, n.d.r.) vengano per prima cosa ad aiutarli qui in Libia».

    SUNDAY TIMES: COMMANDO GB PRESO DAI RIBELLI I ribelli libici hanno catturato nell’est del paese una squadra delle forze speciali britanniche, dopo che una missione diplomatica segreta per prendere contatto con l’opposizione era fallita. Lo scrive il giornale britannico Sunday Times.

    PRESA ZAWIYA, 30 MORTI È guerra vera alle porte di Tripoli dove Gheddafi ha dato la parola ai carri armati ed ai suoi fedelissimi. È stata una giornata di aspri combattimenti e di sangue a Zawiya, la città vicino alla capitale che tra le prime era passata in mano ai ribelli e che ora è al centro di una drammatica battaglia tra i soldati fedeli al rais e gli insorti. In serata un bilancio approssimativo raccontava di decine di morti (50 per i ribelli, 30 per fonti mediche) e centinaia di feriti. Ma una stima reale è impossibile in una realtà dove lugubri testimonianze riferiscono di gruppi di cadaveri portati via con i camion per ripulire la scena ed i giornalisti vengono accuratamente tenuti lontani con la scusa di voler «garantire» la loro sicurezza. I carri armati inviati da Muammar Gheddafi si sono fatti largo «sparando su qualsiasi cosa», anche su una moschea in cui poco prima avevano cercato rifugio centinaia di persone, come hanno raccontato le voci giunte dalla città bombardata, ma i ribelli a fine giornata hanno detto di essere riusciti a respingere i due attacchi delle truppe di Tripoli. Se rimane incerto il bilancio numerico diventa di ora in ora più chiaro che si è trattato di un «massacro», come l’ha definito un medico della città.

    In questo clima mentre il governo di Tripoli chiede la sospensione delle sanzioni contro il regime sostenendo di aver fatto solo un uso «modico» della forza contro gli insorti. Nonostante la strategica città di Zawiya sia dilaniata, dopo una giornata di combattimenti i ribelli hanno annunciato di aver preso il controllo della città portuale di Ras Lanuf, sede di un importante centro petrolchimico a soli cento chilometri da Sirte, città natale e roccaforte di Gheddafi. I governativi sono entrati a Zawiya già questa mattina con i carri armati dopo aver bombardato con i mortai il centro cittadino, dove erano asserragliati i ribelli. «Ci sono decine di morti, stanno sparando anche sulla moschea. Al Zawiya è una città martire», ha detto un abitante contattato telefonicamente dall’inviato dell’ANSA a Tripoli. La controffensiva è cominciata all’alba con una prima incursione delle forze di Gheddafi nel centro della città, durante la quale i lealisti sono andati alla ricerca casa per casa dei capi della rivolta e hanno piazzato numerosi cecchini negli edifici vuoti. I soldati si sono poi ritirati, facendo esultare gli insorti che credevano di aver respinto l’attacco. Dopo alcune ore, invece, i soldati, che nel frattempo si erano radunati alla periferia, hanno ricominciato a bombardare la città ed hanno fatto nuovamente ingresso nel centro con molti carri armati. «Sono entrati con una ventina di carri armati. Sparano su tutto e tutti, sulle case e anche sulla moschea, dove sono rifugiate centinaia di persone. Non possiamo nemmeno soccorrere i feriti perchè sparano in maniera indiscriminata», ha detto alla Reuters un residente. Un altro, contattato al telefono dalla tv satellitare araba Al Jazira, ha raccontato che le forze fedeli al regime «non hanno piet… e sono estremamente brutali.

    C’è un gran numero di feriti e un sacco di gente ammazzata nelle strade». Il testimone dice che i soldati «non hanno piet… nemmeno nei confronti dei civili». La piazza centrale di Al Zawiya appare devastata dalla furiosa battaglia e uno degli edifici è completamente bruciato. Ci sono segni di proiettili di grosso calibro anche sul minareto della moschea. La controffensiva diplomatica è stata intanto affidata al ministro degli Esteri, Mussa Kussa, che in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha sostenuto che le sanzioni imposte contro Gheddafi, i suoi familiari e alcuni alti dignitari del regime sono ingiuste e ne ha chiesto la sospensione. A Tripoli, intanto, la situazione appare calma: dopo le proteste e gli scontri di ieri davanti ad alcune moschee al termine della preghiera del venerdì, molti negozi hanno oggi riaperto i battenti e le strade sono affollate. Spari si sono uditi nella notte, quando vige una sorte di coprifuoco non dichiarato. In serata il regime annuncia: «la situazione a Al Zawiya è calma e pacifica stasera e speriamo che domani la città torni alla normalità», ha detto il vice ministro degli Esteri libico Khalid Kaeb, in una conferenza stampa per i giornalisti stranieri a Tripoli confermando indirettamente che la città non è ancora del tutto sotto controllo dei governativi. Per quanto riguarda la situazione a Ras Lanuf e Brega, il vice ministro ha precisato che «sono in corso duri combattimenti» e che l’esercito «si sta riposizionando

    fonte:leggo              sceltom da michele d elucia

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