Costiera amalfitana, la Diocesi ai politici: dopo Atrani meno fuochi d´artificio e più cura all´ambiente foto

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    Non succede spesso che le comunità ecclesiali della Costiera amalfitana prendono carta e penna e scrivono un’accorata lettera a tutti i politici locali per chiedere un’inversione di tendenza delle loro azioni politiche. Sulla scrivania del Presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, dei consiglieri regionali e provinciali, di tutti i sindaci dell’area, è arrivata una richiesta ben precisa, scritta con inchiostro rosso: “Chiediamo risposte concrete che, in prospettiva, conducano alla messa in sicurezza dell’intera costa d’Amalfi e del territorio cavese, creando stazioni di controllo e sistemi di allarme per evitare il ripetersi di tali tragici eventi e consentire un immediato soccorso della popolazione”. Dopo l’alluvione del 9 settembre che ha colpito Atrani e che ha portato via la giovane vita di Francesca Mansi, le diverse parrocchie riunite nella Caritas diocesale, nella Pastorale Sociale e del lavoro e del turismo e del tempo libero, con a capo il vescovo Orazio Soricelli – che il giorno dopo l’alluvione era ad Atrani a portar conforto alla popolazione locale, come testimoniano le foto – sono scese in campo in difesa del territorio. “Questo tragico episodio – scrivono nell’accorato appello – ha determinato anche la necessità di maggior coesione tra le istituzioni territoriali, diversamente investite dal problema del dissesto idrogeologico e dell’urbanizzazione incontrollata. Non secondario consideriamo l’impegno del singolo, in quanto cristiano, nella difesa e nella tutela del creato, oltre che nella chiara ed indistinta denuncia di piccoli come di grandi episodi di illiceità e deturpazione che quotidianamente si verificano ai nostri occhi. Si è fortemente concordi nella necessità di promuovere una cultura della salvaguardia del creato perché si assumano stili di vita consoni al territorio, alla sua fisionomia, alle sue esigenze, alla sua vocazione. Senza voler addossare colpe e responsabilità, che pure esistono, la comunità invoca il conforto di esperti che possano contribuire a educare il popolo costiero a vigilare, ad adeguarsi, non limitandosi a pronunciare affermazioni dietrologiche né rifugiandosi in religiosità popolari retrive e infruttuose”. Atrani, Il vescovo tra gli alluvionati Parole che dovrebbero far riflettere tutti motivando una vera svolta alla propria attività amministrativa. Già durante il funerale di Francesca, don Angelo Mansi aveva”bacchettato” i politici: “Non siate qui per una passerella ma per testimoniare il vostro impegno, per essere premurosi e solleciti nella difesa del territorio”. Ora tutta la Diocesi continua su questa scìa e chiede così agli amministratori locali una pulizia costante dei letti dei fiumi e boschi, un piano di evacuazione della popolazione, una politica di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio e, in una sorta di vademecum, ribatte anche i propri compiti e fa qualche promessa come “ la proposta di eliminare o almeno diminuire gli spettacoli pirotecnici come forma di rispetto della natura e la diminuzione degli sprechi a vantaggio di forme di festa più attente alla cultura ed al territorio locale; creare occasioni di confronto e sensibilizzazione su tali tematiche. La celebrazione della Giornata diocesana della salvaguardia del creato in coincidenza con l’anniversario dell’alluvione di Atrani (9 settembre); inserire nelle festività religiose l’attenzione al creato ed al rispetto dell’ambiente anche attraverso riflessioni culturali per il pieno godimento dei luoghi e dei momenti”. Se già tutto ciò venisse realizzato, sarebbe davvero un bel passo in avanti. E una speranza per la Costiera amalfitana.

    fonte Ecostiera.it

     

    scelto da Michele Pappacoda

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