POSITANO, LIUCCIO E MINIACI ARTISTI GIRAMONDO CON IL CILENTO E LA COSTIERA AMALFITANA NEL CUORE.

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I miei amici Giuseppe Liuccio ed Antonio Miniaci hanno molti tratti in comune ed hanno fatto percorsi di vita e di arte quasi identici.

Per cominciare sono tutti e due cilentani di nascita, il primo di Trentinara ed il secondo di Albanella. Hanno respirato da piccoli profumo, sapori, tradizioni e, naturalmente, cultura della Magna Grecia, giacché i due paesi ricadono nel territorio dell’antica chora pestana.

Ma il paese gli stava stretto e, giovanissimi, hanno spiccato il volo dalla cova e, Ulisse pellegrini, irrequieti e curiosi sono andati in giro per il mondo. Liuccio ha trovato dimora più o meno stabile a Roma, Miniaci a Milano, ma sempre con il Cilento nel cuore, tanto l’uno lo ha cantato in poesie cariche di lacerante nostalgia, soprattutto nelle raccolte “Chesta è la terra mia” e “Lo paese” e con i romanzi “Lettera alla madre” e “la sindachessa”, l’altro ha sognato da sempre di rilanciare l’immagine di Albanella e della Piana del Sele nel mondo della cultura, con iniziative di spessore e respiro nazionale. Ed ha messo su un laboratorio di iniziative con il suo “Country Cllub” che ha sede nel pacioso ed accogliente borgo di San Cesareo. E ci tornano spesso nella loro terra di origine per fare il pieno delle emozioni, anche se si indignano di fronte alla fiera dell’incultura sostenuta e foraggiata dalla Politica sciocca e volgarmente clientelare. E questo è un ulteriore tratto che li accomuna: la voglia di cambiare, di rivoluzionare le coscienze spingendo sull’acceleratore dell’impegno politico e civile che metta alla berlina una classe dirigente incapace ed ignorante, che ha la responsabilità di aver bloccato con consapevole insipienza il decollo del territorio come arte, cultura e tradizione consiglierebbero e consentirebbero, potendo vantare un patrimonio da spendere sui mercati internazionali con i nomi di Paestum e Velia e non solo.

Entrambi amano la Costiera amalfitana, dove sono approdati in tempi diversi. Liuccio fin dagli anni sessanta del secolo scorso, quando effervescente e creativo amministratore del Comune di Amalfi e Presidente della locale Azienda di Soggiorno rivoluzionò il modo di fare turismo, proponendo iniziative di grande rilievo culturale e di grande impatto spettacolare con nomi del livello di Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto, Giorgio De Chirico, Federico Fellini, Alberto Lattuada, Diego Fabbri; e poi la moda-mare e le mostre rivoluzionarie dell’arte povera e dell’avanguardia, E poi, più recentemente, a Maiori con gli incontri dei grandi scrittori meridionali e meridionalisti: Raffaele La Capria, Raffaele Nigro, Giovanni Russo, Antonio Ghirelli per finire a quell’originalissimo premio “Maior”, il premio dei premi, assegnato, tra gli altri, ad Alberto Bevilacqua, a Giuseppe Laterza, a Cristina Mondadori ed al grandissimo Mario Luzi.

Miniaci, invece, ha scelto Positano come buon ritiro e luogo privilegiato di lavoro, dove accoglie ed espone pittori di livello internazionale, a cominciare dai Maestri del Novecento quali Aligi Sassu, Renato Guttuso, Francesco Messina, Mimmo Rotella, Orfeo Tamburi, per poi proseguire con la transavanguardia rappresentata da Sandro Chia e Mimmo Paladino, ancora Lucio del Pezzo poi, e qualche giovane innovativo. La sua galleria è diventata cenacolo e laboratorio di idee e motore di sviluppo culturale con ricadute non indifferenti sul piano anche economico. La galleria di Positano resta un punto fermo e solido nella sua parabola ascensionale, che lo vedrà inaugurare anche a Milano, San Gimignano, Capri, Anguilla (Caraibi), Palm City (Florida), Venezia, New York e per finire ad Hong Kong. E i positanesi apprezzano molto il lavoro di Miniaci, tanto che in molti vorrebbero candidarlo a sindaco per le prossime elezioni. Al momento è molto impegnato nelle attività del suo Club, un progetto ampio ed articolato di valorizzazione e tutela del territorio, recupero delle tradizioni ed attività rivolte ai tanti Italiani nel Mondo. In particolare, in corso il progetto denominato “Grand Tour Italiano”, basato sul turismo culturale ed il Made in Italy.

Liuccio-Miniaci un bel duo cilentano/amalfitano/positanese che tuona con tutti i mezzi contro il malaffare della politica incolta e sogna, sul filo dell’utopia, una società in cui vengano soddisfatti i bisogni ed esaltati i meriti.

Ed ora insieme partono per una grande avventura: propagandare Cilento e Costiera, Paestum e Positano nel segno della grande cultura, letteraria, storica, archeologica, pittorica, paesaggistica. Prima tappa Milano in occasione della Mostra di Pietro Lista con il novantenne patriarca Gillo Dorfles a far da mentore e poi via alla conquista degli States, prima a New York  e poi a Los Angeles, sempre con il Cilento e la Costiera, Paestum e Positano nel cuore. Mutuando il titolo di un vecchio film ci vien da dire: Attenti a quei due!

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