Un asterisco per Matilde Domestico. foto

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    Un asterisco per Matilde Domestico.

     

    Nel mio continuo viaggio critico ho “frequentato” l’opera di Matilde Domestico.

    Ovviamente, intendo dire che l’opera di Matilde Domestico mi è apparsa in qualche esposizione, l’ho ritrovata in qualche pubblicazione e notata su qualche rivista.

    Mi colpì, tempo fa, e mi continua a suscitare un sorriso di convinzione.

    L’artista che trova un segno, una particolare “cifra estetica” che può passare, oltrepassare e “bucare” l’immaginario ed essere fruito, senza problemi, ha già fatto un bel percorso.

    Matilde Domestico si trova nelle migliori condizioni per essere accettata, perché una stilizzata ironia permea le sue costruzioni, le sue installazioni, le sue elaborazioni di tratto domestico, che di allocazione ambientale, il che non guasta, proprio.

    L’artista può costruire quasi qualsiasi architettura, tra archi e strutture tornite che danno un senso di mobilità sino a ludiche interpretazioni dell’esistente o del futuribile divenire.

    Vidi a Villa Pignatelli, a Napoli, nel 1988, una mostra di Aldo Mondino con elaborazioni di cioccolato e zucchero; ora mi dico: che peccato che non ci fosse come giusto “pendant” un’architettura di Matilde Domestico.

    Il Muro del Pianto in zucchero con un’installazione di sei metri fu presentata da Aldo Mondino per la prima volta proprio a Villa Pignatelli di Napoli.

    Si trattava di un’opera dal sapore metafisico e coinvolgente con i grandi massi ricoperti di zucchero ravvivati dall’inserimento di alcuni cespugli.

    Aldo Mondino segnalava che “La dolcezza di questa grande immagine voleva anche ricordare quella dolcezza latte e miele da sempre evocata dagli ebrei della diaspora nei confronti di Gerusalemme”.

    Le opere di Matilde Domestico mi ricordano anche le opere plastiche di Carlos Poveda, artista del Costa Rica, che ha lavorato per trentanni in Venezuela, ora stabilitosi in Francia, ed attualmente vicino a Parigi.

    Al Centro d’Arte Contemporanea “Passaggio Bianco”, allocato a Palazzo Serra di Cassano, a Napoli, presentai una sua mostra, nel 1998, intitolata “Paisajes domésticos” ( vedi: www.carlospoveda.com ).

    In conclusione, fantasia ed amabilità visiva si coniugano nelle attraenti e, talvolta, ardite interpretazioni curvilinee realizzate da Matilde Domestico, che ci riferisce: “Opero nel campo dell’arte da molti anni e  la mia ricerca ha come “filo conduttore” un oggetto di uso quotidiano, la tazza che da sempre ci accompagna durante la giornata scandendone i tempi e ritmi.
    Attraverso l’assemblaggio, la sovrapposizione di centinaia di tazzine, piattini, realizzo installazioni di dimensioni ambientali come le “Arcatazze”, “Colonnazze”, “Cioccolatazze”, ….
    Le tazze che utilizzo provengono dagli scarti della produzione industriale di una grande azienda di porcellane, la IPA che da molti anni sostiene la mia attività  e gentilmente mi fornisce il materiale necessario.
    Negli ultimi anni sto collaborando con il gallerista Ermanno Tedeschi presente con una galleria sia a Torino che Roma e Milano.
    Alla fine di marzo sarò presente con delle  installazioni ambientali al  Castello di Pralormo in occasione di “Messer Tulipano”…”
    L’artista merita attenzione per la sua voglia di stupire, grazie ad un oggetto quotidiano quanto insolitamente sorprendente, se usato con una forte dose di arguta, singolare e creativa immaginazione.

     

    Maurizio Vitiello

     

     

    Info:

    In allegato ci sono la bozza di un catalogo presentato l’anno scorso al Circolo dei Lettori di Torino, che raccoglie opere recenti e altre un  po’ più storiche, un’ampia bio-scheda, che, già, qui si riporta, per comodità di lettura, e tre fotografie.

     

     

    BIO-SCHEDA SU MATILDE DOMESTICO

     

    BIOGRAFIA

     

    Matilde Domestico (1964) vive e lavora a Torino.

    Diplomata all’Istituto d’Arte “A.Passoni “ e all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Corso di Scenografia, all’inizio degli anni ’90 realizza installazioni, opere ambientali composte da tazze, piattini, cocci di ceramica che principalmente provengono dagli scarti della produzione industriale della I.P.A.  Industria Porcellane S.p.A. di Usmate.

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