“Il Foglio volante – La Flugfolio”, XXIV anno.

Più informazioni su

    “Il Foglio volante” entra nel XXIV anno.

     

    Col numero di gennaio 2009, appena uscito, entra nel suo XXIV anno di vita il mensile letterario e di cultura varia, fondato e diretto da Amerigo Iannacone, “Il Foglio volante – La Flugfolio”, il cui primo numero fu pubblicato nel gennaio 1986. Vi compaiono testi di Loretta Bonucci, Enzo Bonventre, Giancarlo Campioli, Fulvio Castellani, Aldo Cervo, Giovanni Cianchetti, Mariano Coreno, Malgorzata Hillar, Amerigo Iannacone, Tiberio La Rocca, Pablo Neruda, Pietro Pancano, Fryda Rota, Patrick Sammut, Pietro Trapassi, Irene Vallone.

     

    Copia saggio può essere chiesta a uno degli indirizzi: edizionieva@libero.it, edizionieva@edizionieva.com, oppure per telefono al n. 0865.90.99.50.

     

     

    Intervista a Renata Montanari

     

    «Scrivere è manifestare la propria creatività ed originalità»

     

    Renata Montanari de Simone, in una sua poesia, dice chiaramente che bisogna “fidarsi di sé”, “ritrarsi dal nulla” e, di conseguenza, “ricordarsi di vivere”. E lei, a quanto ci risulta, lo sta facendo, e in maniera esemplare, collaborando con varie associazioni culturali e mettendo nero su bianco i momenti alti della sua creatività, del suo dedicarsi all’insegnamento, alla poesia, alla narrativa, alla saggistica…

    Nel suo carnet figurano, pertanto, non poche e significative pubblicazioni: un lungo canto di riflessioni, di auscultazioni, di osservazioni, di speranza e senza rincorrere necessaria mente le ombre, le immagini mute, quelle “torbide evanescenze” che ai piú inquinano i pensieri, lo srotolarsi dei giorni, i ricordi…

    C’è nella sua scrittura un arcobaleno di pulizia espressiva, di profondità, di ricerca diuturna in direzione di verità e di piccole-grandi certezze; una specie di dialogo costante con sé stessa e con l’altro, cosí, come lei stessa ammette: «spesso mi ritrovo a meditare / su quella che non sono / e che potevo diventare». Da tale gioco interiore, ecco quindi che prendono corpo e consistenza i suoi voli lirici, le sue istantanee in versi che risultano essere altrettante verticalizzazioni nel segno di una luce vivida, sempre puntuale nel veicolare debolezze e scoperte.

    Se oggi, come Renata Montanari de Simone ha avuto modo di evidenziare in un suo breve saggio, in un’era tecnologica com’è la nostre in cui a trionfare è il materialismo, «per molti la poesia risulta un inutile sfoggio di cultura o un modo per esprimere i propri sentimenti adatto agli adolescenti in amore o a chi ha tempo da perdere», per lei ciò non è assolutamente vero. Anzi è l’esatto contrario, e lo ha dimostrato, e lo va rimarcando, con felicissime incursioni nelle opere altrui e nel marcare il suo percorso scritturale con pubblicazioni di sicuro interesse. Basterebbe ricordare, al riguardo, uno dei suoi ultimi riconoscimenti ricevuti, ossia il Premio Speciale della Giuria riservato alla saggistica della XXI edizione del Premio Letterario “Mercede Mundula” di Cagliari con l’elaborato “La donna tra ragione e sentimento: testimonianze letterarie”, di prossima pubblicazione. Ma vediamo come ha inteso farsi conoscere meglio dai lettori de “Il Foglio volante”.

    D.: Le sono risultati utili, ai fini della poesia e della narrativa, le traduzioni dal latino? E quale è l’autore latino che le è sembrato piú affine al suo modo di pensare e di affrontare la vita?

    R.: Le traduzioni dal latino mi sono servite soprattutto come esercizio di scrittura per l’indubbia utilità che esercitano sulla lucidità dell’organizzazione del pensiero e sulla padronanza linguistica, tuttavia è stato lo studio dei classici che ha maggiormente influenzato il mio stile e la mia espressività. In particolare amo autori come Catullo, per la sensibilità d’animo, Orazio, per l’ironia e il pragmatismo, Cicerone, per l’impegno politico.

    D.: Un giorno, lei ha scritto in una poesia, ha incontrato la vita e l’ha fermata chiedendole «un dono / uno solo / sottovoce». Cos’è esattamente che le ha chiesto e che la vita «forse non ha capito»?

    R.: Alla vita si chiede sempre la stessa cosa da secoli: la felicità, o meglio l’appagamento.

    D.: Claudia Montanari Giuliano, sua sorella per l’esattezza, nella presentazione alla sua silloge “Canti di un’estate”, ha affermato che «la poesia è anima, è riscoprire dentro di sé i segni di una ricchezza interiore che chiede solo di trovare le parole giuste per rendersi visibile». Ha detto bene?

    R.: Mia sorella Claudia ha inteso perfettamente quello che volevo esprimere, grazie anche all’affinità che rafforza il nostro legame.

    D.: È proprio vero, e perché, che «non piú combattuta tra sacro e profano» insegue «la pura bellezza / che nasce dall’essere vera»?

    R.: I versi da lei citati si riferiscono alla libertà interiore che si conquista quando si abbattono i condizionamenti esterni esercitati nel corso della vita sui nostri comportamenti: è la conquista meravigliosa che si raggiunge con la maturità e che ci rende piú sicuri di noi, piú capaci di essere noi stessi (la pura bellezza / che nasce dall’essere vera).

    D.: Quale è stato il momento piú difficile del suo essere donna e scrittrice?

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »