Punta Campanella abbandonata e al buio

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Via Campanella a Massalubrense, cioè l’antica “via Minervia” che dal centro di Termini porta all’area archeologica di Punta Campanella, è nel più completo abbandono. Si affaccia su Capri, si guarda Praiano e Positano, alle spalle Sorrento, un posto meraviglioso, il cuore della Costiera Amalfitana e della Penisola Sorrentina, cuore del Parco Marino, ma dissestata da buche e dai vuoti provocati dai furti di scheggioni, la strada più frequentata della penisola sorrentina dai greci e dai romani che si recavano al tempio di Minerva, costruito secondo la mitologia da Ulisse prima che dai coloni della Magna Grecia, è anche al buio. Intagliata dai coloni greci nella roccia del Monte San Costanzo, via Minervia è tuttora percorsa da migliaia di turisti, provenienti anche da Sorrento, che arrivano a punta Campanella per ammirare la baia di Jeranto, il mare del mito di Ulisse e delle Sirene. Più volte riparata durante la costruzione delle torri antisaraceni tra il ’300 ed il ’500, via Campanella ha visto quest’estate, con la vigilanza della direttrice del museo archeologico di villa Fondi di Piano, Tommasina Budetta, completato un intervento dell’assessorato ai lavori pubblici del comune di Massa Lubrense, guidato da Diego Piroddi, su progetto dell’architetto Maurizio Schiazzano, per il rifacimento dell’antico selciato intessuto anche con gli scheggioni di roccia per consentire ai portatori di handicap motorio l’arrivo all’area archeologica di punta Campanella, acquisita al demanio comunale con un contributo di 485 milioni di vecchie lire della Regione Campania. «A guardare oggi le condizioni di via Campanella vien da piangere – osserva Raffaele Iaccarino – Quei 75mila euro spesi dal Comune per ricompattare l’ultimo tratto del lastricato romano dell’antica via Minervia sono stati quasi buttati al vento. Il pericolo di cadute nelle buche lungo la strada non è stato eliminato, nè ridotto». Alla ricomparsa di buche sul selciato ancora più grandi dopo i temporali autunnali si aggiungono i vuoti lasciati dai furti di parte degli scheggioni più grandi di roccia forse per pavimentare qualche viottolo, o per ornare l’ingresso di qualche villa. Vittime delle buche sono in gran parte le persone più anziane, in genere donne, delle comitive di turisti che si recano a punta Campanella per ammirare i resti della villa romana che fronteggia Capri. «Ed è una fortuna per il comune di Massa Lubrense – commenta Gerardo De Robertis, un giovane napoletano appassionato di trekking di ritorno da Punta Campanella – se le turiste, inciampate e cadute lungo via Campanella, ignorano che potrebbero citare l’amministrazione comunale per risarcimento dei danni fisici riportati». L’altra carenza che provoca numerose proteste nelle famiglie di abitanti e villeggianti di via Campanella è il mancato ripristino dell’impianto di pubblica illuminazione specie nel tratto di strada più densamente abitato della frazione fino al bivio di via Mitigliano, dopo che furono eliminati i pali rovinati dalla ruggine. Infatti essi devono munirsi di torce elettriche per recarsi di sera nel centro della frazione. Cittadini, operatori commerciali ed imprenditori turistici di Termini si chiedono quando l’amministrazione comunale, dopo il taglio dei pali pericolanti, spenderà i 30mila euro destinati a completare gli impianti di pubblica illuminazione rovinati

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