PAESAGGIO: RUTELLI, STOP A ECOMOSTRI ECCO I PRIMI INTERVENTI

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    ROMA – Ecomostri, parte la campagna del ministero dei Beni Culturali contro lo sfregio silenzioso del paesaggio italiano. Fotografie alla mano, è il ministro Rutelli ad annunciare l’avvio dei primi sei interventi. L’inizio di un impegno costante, sottolinea. Con l’obiettivo di coinvolgere autorità locali e opinione pubblica, “perché nessuno – dice – può arrogarsi il diritto di alterare, impoverire, colpire questa Italia”. Si comincia da sei, dunque, con ‘situazioni critiche’ rappresentative rispetto alle dimensioni e alle caratteristiche di quella che Rutelli non esita a definire una “priorità nazionale”. Perché quando si tratta di scempi o tentati scempi, dimostrano le segnalazioni, non c’é grande differenza tra Nord e Sud. E perché il lavoro delle ultime settimane ha dimostrato che in certi casi, come quello della spiaggia di San’Andrea Apostolo sullo Jonio, si può intervenire anche sulle intenzioni. I soprintendenti di tutta Italia, ricorda il ministro, sono al lavoro per segnalare le criticità.Sott’occhio ci sono le trasformazioni avviate o progettate in zone che in un modo o nell’altro sono sottoposte a vincoli.

    Decine e decine di casi sui quali si sta lavorando, cercando l’intesa con comuni e regioni che hanno la responsabilità del territorio. Mentre le segnalazioni arrivano anche dalle associazioni. “Obiettivo è vigilare – ripete Rutelli – e , ove possibile, intervenire”. Perché non sempre c’é questa possibilità e anche per questo i migliori risultati sono quelli che si ottengono con la prevenzione. Dietro all’assedio del paesaggio italiano, torna a sottolineare, c’é la crescita esponenziale dei valori immobiliari, che spinge a cementificare l’Italia profonda. Le soprintendenze italiane sono alluvionate dalle richieste di trasformazione in zone in un modo o nell’altro sottoposte a vincoli. I numeri danno un’idea: ci sono circa 30-35mila richieste l’anno per la Lombardia, 7500 nel Lazio. Molte sono “del tutto accettabili”, fa notare il ministro, o lo diventano con le modifiche richieste ai progetti. Altre invece no, bisogna bloccarle. Per fermare un ‘sacco silenzioso’ che fino ad oggi non ha goduto dell’attenzione dovuta. Senza bloccare la trasformazione, certo. Ma puntando i piedi sulla qualità. Di qui i primi interventi: sul mostro di Alimuri, quello scheletro di albergo mai finito – ma all’epoca regolarmente autorizzato – che sfregia da più di 40 anni una cala della costiera amalfitana. Obiettivo è demolirlo, c’é l’accordo del comune e si lavora per una composizione giuridica della vicenda con i proprietari.

    Dalla Campania al Lazio, con lo scheletro di una palazzina paradossalmente costruito sulle rovine romane dell’area archeologica di Gravisca, sul lido di Tarquinia. “Incredibile manufatto della follia nazionale”, lo definisce Rutelli. Anche questo si demolirà e le spese – con Arcus da cui arriveranno 515mila euro per il paesaggio – saranno divise tra stato e comune. Non ancora realizzato il caso di Caviate, vicino a Lecco, con un albergo di 8 piani che si vorrebbe costruire sulle sponde del Lago di Como. La Soprintendenza ha detto no, fa sapere Rutelli, e lo ribadirà. E ancora: a Mentana, alle porte di Roma, dove nella piana in cui nel 1867 si combatté la storica battaglia tra garibaldini e soldati pontifici si è deciso di porre un vincolo – su segnalazione di Italia Nostra – per bloccare una lottizzazione. Bloccata sul nascere a Moniga, sul lago di Garda, la costruzione di ville a più piani a ridosso delle mura medievali di un bellissimo castello. Intervento preventivo, infine, vicino a Catanzaro dove, su segnalazione del Fai, si è stoppata l’idea di una passeggiata a mare in cemento che avrebbe deturpato la spiaggia di Sant’Andrea Apostolo. La macchina è partita. E presto sul sito del ministero si aprirà il dialogo con i cittadini.

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