Napoli, Aniello Scotto alla Casina Pompeiana. foto

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    Con “IO, DOMITILLA” di Aniello Scotto rivediamo l’antica Pompei.

    Marco Nocca anticipa la nuova personale del maestro Aniello Scotto, che sarà inaugurata il  4 maggio 2007  presso la “Casina Pompeiana” nella Villa Comunale di Napoli, con questa consegna: “La potenza del Male, il buio della ragione umana, l’idea che la divinità stessa possa dissolversi di fronte all’indicibile orrore sono temi che ritornano nella mostra dell’artista Aniello Scotto (Napoli,1959)…  “Io, Domitilla” è la voce, ancora parlante, di una protagonista di quella Hiroshima di duemila anni fa…”.

    Anche il nostro amico-filosofo liberale Ernesto Paolozzi, tra l’altro, segnala: “La sua prepotente capacità di rappresentazione figurativa, insieme ad un coerente e sapiente uso del colore quasi monocromatico, si ritrovano nel nuovo percorso inaugurato con “Io, Domitilla” prostituta pompeiana che ritorna dall’ antico passato con tutta la forza bacchica della sua condizione eppure come stupita dalla tragedia che, in fondo avvolge la vita”

    Scotto evoca la protagonista della sua ispirazione, Domitilla,  meretrice della città vesuviana, figura  conosciuta per la prima volta attraverso i magnifici calchi ottocenteschi delle figure imprigionate dalla lava a Pompei. Uno sforzo prepotente, di ricollegarsi alla verità del suo personaggio, scavalcando le montagne del tempo, in una dimensione che Scotto volutamente rarefa nell’evanescenza delle figure che prendono forma e si dissolvono nei suoi dipinti ad olio.

    Immagini classiche, di sapienza grafica, respirano nei disegni, a sanguigna, evocando con passione gli ultimi giorni della “città dannata”. Mentre l’atmosfera infernale di quell’evento rivive nel rigore espressivo delle incisioni: la scelta di una tonalità unica, quel rosso dominante rende le scene pregne di un dramma unanime, che investe l’uomo e la natura. I corpi diventano ombre infuocate nella città romana prigioniera dello “sterminator Vesevo”, di leopardiana memoria.

    Maria Rosaria Di Virgilio precisa: In  questo preciso  intervallo sospeso, si colloca l’operazione estetica che compie l’artista

    Si avvertono in questi ultimi lavori di Aniello Scotto sensiblità ed intensa percezione che colgono gli ultimi momenti della vita della meretrix, il palpito cardiaco e lo spasmo muscolare dei corpi che si avvinghiano nella disperata ricerca di una salvezza; ma anche la corsa precipitosa e il puro terrore, ma anche tutte le sensazioni di asfissia con il cielo sconvolto da nuvole brune che preme sui corpi degli ultimi, mentre l’aria si stringe, irrespirabile.

    La personalità cupa e solare ad un tempo di Aniello Scotto si trasferisce su quest’ultime prove, che “giocano” sul tempo passato. Oggi le tele di Aniello Scotto risultano frazioni di istanti tra vita e morte e bloccano ancora ricordi. I segni balenanti, i ritmi febbricitanti e le vite sospese trovano nella resa cromatica di Aniello Scotto una pittura di memoria.

    La mostra, ampiamente segnalata da Alessandra Rameri, che ha anche collaborato all’organizzazione, è da vedere; appuntamento, quindi, venerdì 4 maggio 2007, alle ore 17.

     

    Maurizio Vitiello

     

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