Trenta anni di Peninsula con Lorenzo Piras

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    PIANO. Con il numero stampato in questi giorni il periodico Peninsula compie trent’anni. Ora a dirigerlo Lorenzo Piras, un giornalista-tipografo che è un po’ il punto di riferimento dei giornalisti della zona che pure hanno fatto una loro bella carriera (Fabrizio D’Esposito, Candida Morvillo e così via). Piras è di origine sarda, suo padre era uno dei famosi minatori venuti dal nuorese per i lavori alla Baia di Ieranto, sposò la prima donna che conobbe ed ebbe 12 figli, un uomo semplice e concreto come lo è Piras. “Bisogna scrivere per gli altri, non per se stessi”, dice Piras del giornalismo e ricorda tanti momenti dalla prima volta che scrisse “per caso” di una cronaca sportiva a Vico alla passione della corrispondenza per Il Roma (“scrivevo di tutto, scoprii come il Comune subito dopo aver detto che l’acqua fosse inquinata, fece un manifesto per dire che era pulita, mi fu pubblicato su ABC, se non si vive e scrive con onestà che sfizio c’è? Il giornalismo è una passione altrimenti non si spiegherebbe il tempo che uno ci dedica, ricordo giornate intere per fare un pezzo e le foto, tempo e fatica che si spiegano solo con la passione ed è solo quella a guidare ci fa il giornalista veramente”) a come, da solo, si è adoperato per l’impaginazione di Peninsula che ora esce per abbonamento.  Il giornale fu fondato nel 1977 da Gaetano Mistretta, insegnante torrese residente a Vico Equense poi direttore didattico. Il mensile, per circa diciotto anni stampato in formato “chiuso” 43 x 31 e tuttora su carta di qualità “uso mano” è considerato uno dei pochi giornali locali indipendenti. Peninsula è stato scuola e fucina di giornalisti che senza rinunciare al gusto della polemica e della discussione, senza rinunciare cioè alla loro professionalità, hanno prodotto innumerevoli inchieste (laddove necessario su episodi di malcostume e speculazioni a danno della collettività) ed interviste (basti ricordare quelle sul tema “quale futuro per la Penisola Sorrentina”) spesso corredate da immagini scattate dal fotografo Giuseppe Galantino, meglio noto come Foto Pino. Il tutto grazie alla coordinazione di Lorenzo Piras, critico d’arte e decano dei giornalisti locali, divenuto man mano l’editore-responsabile della testata. Il periodo d’oro di Peninsula può considerarsi quello tra la metà degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, quando Piras impresse al giornale un taglio più concreto, equilibrandone l’impaginazione, selezionando firme ed argomenti, scegliendo titoli accattivanti. Non mancavano le rubriche: diritti e doveri del cittadino, filatelia, recensioni d’arte, racconti, corrispondenze di carattere giudiziario, per un periodo persino l’inserto finanziario. Il paginone centrale è tuttora dedicato alla cultura. Uno degli scoop resta la pubblicazione delle note di viaggio del grande archeologo Julius Beloch, rintracciate a Ginevra dal prof. Salvatore Ferraro. Peninsula fu promotrice, con altri enti, di manifestazioni come quella in onore di Fritz Dennerlein, indimenticato campione di nuoto e pallanuoto nonché la mostra-libro “40 anni di storia fotografica in Penisola Sorrentina”. Da un decennio il giornale è stampato in formato più maneggevole dalla tipografia La Moderna in via delle Rose a Piano, punto di riferimento e di ritrovo anche la sera di San Silvestro per un affollato brindisi al nuovo anno.

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